Riduzione delle sanzioni fiscali in Italia: novità e impatti
Revisione del sistema sanzionatorio tributario per favorire la conformità fiscale
Le sanzioni per le violazioni in materia di tasse saranno riviste al ribasso, con un limite massimo del 120% dell’ammontare dovuto anziché del 240%. Questo è il cuore del decreto legislativo per la revisione del sistema sanzionatorio tributario, attualmente in fase di approvazione. Il provvedimento, dopo il passaggio in Parlamento, sarà sottoposto al Consiglio dei ministri per il via libera definitivo il 24 maggio.
Le novità del decreto riguardano principalmente le violazioni relative alle tasse comunicate al fisco. Ad esempio, per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell’Irap, la multa sarà del 120% anziché del 240% attuale. Anche le sanzioni amministrative subiranno modifiche: per l’omessa registrazione degli atti si pagherà tra il 45% e il 120% della somma dovuta, mentre per gli atti non presentati o negati durante l’ispezione si andrà dai 250 ai duemila euro.
Le novità coinvolgono anche le partite Iva, con la possibilità di un tetto del 60% per le sanzioni. Inoltre, non ci sarà punibilità se il mancato pagamento delle imposte avviene in situazioni di forza maggiore, crisi di liquidità o insolvenza.
Le entrate statali subiranno un calo a causa della riduzione complessiva delle multe, stimata intorno al 10%. Tuttavia, si punta su una maggiore adesione all’accertamento delle imposte dovute grazie a sanzioni più proporzionate e di importo minore.
Il vice ministro dell’economia Maurizio Leo sta lavorando a correttivi per avvicinare le multe italiane ai parametri europei, con un principio di maggiore proporzionalità rispetto agli illeciti commessi. L’Italia è il paese dell’UE con la maggiore somma evasa ogni anno, ma si mira a ridurre le sanzioni e adottare un approccio più equo.
Infine, se la violazione commessa è grave e si è recidivi nei tre anni successivi, si potrà pagare anche il doppio rispetto alla multa attualmente prevista.