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Polemiche e controversie: Brahim Baya e la preghiera al Politecnico di Torino

Il ruolo di Baya, la diffida della questura e le reazioni dell'ateneo

Polemiche e controversie: Brahim Baya e la preghiera al Politecnico di Torino

Brahim Baya, conosciuto su Instagram come un credente impegnato, è stato al centro di polemiche dopo la preghiera tenutasi lo scorso venerdì a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche del Politecnico di Torino, occupata dagli studenti in solidarietà con il popolo palestinese. Durante il suo intervento, Baya ha criticato l’operato di Israele e la strage di civili, sottolineando la complicità dei Paesi occidentali e facendo riferimento alla jihad. Oggi, 24 maggio, era prevista una replica con una preghiera islamica all’ateneo torinese, ma è stata annullata dopo la diffida della questura.

Chi è Brahim Baya

Brahim Baya non è un Imam, ma un animatore della comunità musulmana, portavoce della moschea Taiba di Torino e già segretario nazionale dell’associazione Partecipazione e spiritualità musulmana (Psm). Negli ultimi mesi, Baya è diventato una figura di riferimento per l’attivismo filopalestinese, con numerosi interventi sulla guerra in corso, anche durante il salone internazionale del libro, e una grande visibilità sui social, dove è attivo.

Il riferimento alla jihad e la diffida

Lo stop all’intervento previsto oggi al Politecnico è stato confermato dallo stesso Baya: “Stamani sono stato convocato dal capo gabinetto della questura che mi ha consegnato una diffida del questore a svolgere questa manifestazione, individuandomi come organizzatore. Ci tengo a ribadire che io sono solo stato chiamato a officiare un’orazione, come può essere chiamato chiunque. Il problema è l’islamofobia di questo Paese.” Il rettore Stefano Paolo Corgnati era intervenuto contro l’iniziativa, chiedendo l’intervento di prefettura e questura.

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L’intervento dello scorso venerdì 17 maggio, diffuso online, era stato segnalato da un gruppo di docenti per via dell’incitamento alla guerra santa. La ministra dell’Università Bernini e il rettore del Politecnico avevano espresso piena condanna e sottolineato il carattere di laicità dell’istituzione universitaria. La vicenda è stata rilanciata dai media che hanno dato ampio spazio all’uso del termine jihad da parte di Brahim Baya, che ha chiarito il significato della parola.

Sulla scia del contesto di crisi internazionale, l’integrazione della comunità islamica in Italia è tornata ad essere un tema caldo. Recentemente, due famiglie musulmane hanno ottenuto che ai figli non venga insegnata La Divina Commedia nella scuola media di Treviso, suscitando reazioni e richieste di intervento da parte delle istituzioni.

Le reazioni del rettore e il dialogo con gli occupanti

Il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna, ha ribadito la condanna per quanto accaduto negli spazi occupati dagli studenti e ha espresso rammarico per un’iniziativa che contrasta con i principi di laicità e pluralismo. Ha auspicato che Brahim Baya possa riflettere sull’accaduto e astenersi da iniziative che mettano in discussione i valori dell’ateneo. Il dialogo con gli occupanti continua, con l’obiettivo di ripristinare l’attività didattica e lavorativa.

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I messaggi di supporto nei confronti di Brahim Baya

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