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Crisi umanitaria a Gaza: raid israeliano e reazioni internazionali

Devastazione e tensione crescente nella Striscia di Gaza

Crisi umanitaria a Gaza: raid israeliano e reazioni internazionali

La situazione nella Striscia di Gaza continua a essere critica a causa dell’offensiva israeliana in corso. Un devastante raid ha colpito la tendopoli di Tel al-Sultan, situata nel quartiere nord-occidentale di Rafah, un luogo che teoricamente dovrebbe essere una zona sicura per i profughi. Israele afferma di aver preso di mira con precisione alcuni comandanti di Hamas, ma il risultato è stato un elevato numero di vittime civili, tra cui donne e bambini, in un’area designata come umanitaria.

Le immagini provenienti dalla zona mostrano cadaveri carbonizzati tra le macerie, donne in preda al terrore e una scena di devastazione che ha colpito una città che ospita circa 700.000 sfollati. In risposta al raid israeliano, Hamas ha lanciato otto razzi su Tel Aviv, ferendo una donna.

Nel raid su Tel al-Sultan sono stati riportati almeno 50 morti, secondo quanto dichiarato dal ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas. La maggior parte delle vittime erano donne e bambini sfollati, presi di mira da armi considerate strumenti di uccisione di massa. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver eliminato due importanti leader di Hamas, Yassin Rabia e Khaled Nagar, durante l’attacco mirato a un presunto compound del gruppo islamista.

L’agenzia Unrwa delle Nazioni Unite ha definito la situazione a Gaza come “inferno sulla terra”, denunciando gli attacchi contro le famiglie in cerca di rifugio e le vittime civili, tra cui bambini e donne. ActionAid ha espresso indignazione per i recenti attacchi a Rafah ovest, sottolineando che la comunità globale non è riuscita a proteggere la popolazione di Gaza.

Da quando è iniziata l’offensiva israeliana, più di 800.000 palestinesi sono fuggiti da Rafah, con circa 1,5 milioni di persone che si erano rifugiate in città per sfuggire ai combattimenti in altre parti di Gaza. L’Onu riporta che quasi 36.000 palestinesi sono stati uccisi dall’inizio delle ostilità.

Intanto, l’Egitto ha riaperto il valico di Rafah per consentire il passaggio di aiuti umanitari diretti a Kerem Shalom in Israele e successivamente alla Striscia di Gaza. Si prospettano nuovi negoziati a partire da martedì, mediati da Egitto, Stati Uniti e Qatar, per una possibile tregua e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza.

Tuttavia, il Qatar ha avvertito che l’ultimo attacco israeliano a Rafah potrebbe compromettere gli sforzi di mediazione per raggiungere un accordo. La situazione rimane estremamente delicata e non si intravede alcuna tregua all’orizzonte.

Un bambino palestinese ferito nei giorni scorsi. FOTO AP
Un bambino palestinese ferito nei giorni scorsi. FOTO AP