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Il referendum sul premierato: Meloni non si dimetterà in caso di sconfitta

La presidente del Consiglio chiarisce la sua posizione e difende la riforma proposta

Il referendum sul premierato: Meloni non si dimetterà in caso di sconfitta

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiarito che un eventuale referendum sul premierato non sarebbe un voto sul governo, quindi una sconfitta della riforma da lei proposta non comporterebbe le sue dimissioni. In un’intervista a In mezz’ora, Meloni ha affermato di non temere un eventuale referendum, sottolineando che non lo considera una valutazione personale ma un’opportunità per il futuro del Paese.

La leader di Fratelli d’Italia ha ribadito che non si dimetterebbe in caso di sconfitta referendaria, ma che chiederà agli italiani di esprimersi al termine dei cinque anni di legislatura. Meloni ha sottolineato che se la riforma non passasse, significherebbe che non è stata condivisa dalla maggioranza degli italiani, respingendo le critiche della sinistra come mere speranze.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha consigliato a Meloni di dimettersi in caso di sconfitta referendaria, citando l’esempio di David Cameron che fu costretto a lasciare l’incarico dopo la Brexit nonostante avesse dichiarato il contrario. Renzi ha suggerito a Meloni di rivedere la riforma Casellati anziché insistere su un progetto destinato alla sconfitta.

La riforma proposta dal governo mira all’elezione diretta del presidente del Consiglio, il cosiddetto premierato. Il testo dovrà superare due approvazioni parlamentari, con la seconda richiesta a maggioranza qualificata. In caso di mancata approvazione, si procederà con il referendum.

Meloni ha difeso la riforma del premierato come un modo per dare ai cittadini il potere di scegliere il proprio governo, sottolineando che questo garantirebbe stabilità. Ha ironizzato sulle critiche dell’opposizione di sinistra, suggerendo che potrebbero temere di non vincere più le elezioni se i cittadini avessero più voce in capitolo.