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Pronto Soccorso Italiano: Aumento del Tempo di Permanenza e dei Costi nel 2023

Analisi sull'incremento delle ore di attesa e dei costi nel sistema sanitario italiano

Pronto Soccorso Italiano: Aumento del Tempo di Permanenza e dei Costi nel 2023

Il tempo trascorso al pronto soccorso sembra dilatarsi, con alcuni pazienti che vi rimangono per intere giornate, se non di più, in attesa di cure e visite mediche. Questa situazione, che potremmo definire quasi biblica, è in costante aumento negli ospedali italiani. Secondo i dati dell’Osservatorio della Società italiana di medicina d’Emergenza-Urgenza (Simeu), nel 2023 il tempo medio di permanenza è stato di 31 ore, registrando un incremento del 25% rispetto al 2019, pari a sei ore in più.

Per analizzare l’evoluzione del settore, è stata condotta una ricerca su un campione significativo di pronto soccorso italiani, confrontando i dati del 2019 (pre-pandemia, con circa venti milioni di accessi nazionali) con quelli del 2023 (18.000.000 di accessi, dati Agenas). I risultati ottenuti mostrano un aumento di sei ore nel giro di cinque anni, come evidenziato da Salvatore Manca, ex presidente Simeu. Il tempo d’attesa per il ricovero in area medica è cresciuto del 25% in pochi anni, corrispondente a sei ore in più. Questo dato rappresenta il disagio dei pazienti e la crescente pressione assistenziale nei pronto soccorso, sempre più in difficoltà nel soddisfare le nuove esigenze.

Se si considera che il tempo medio di 31 ore moltiplicato per il numero di ricoveri in Medicina in un anno porta a una cifra spaventosa: decine di milioni di ore di assistenza e cura in barella. Aumentano anche i costi per l’assistenza in pronto soccorso nel 2023. Rispetto al 2019, i costi degli esami di laboratorio sono aumentati del 13%, mentre quelli per la diagnostica per immagini del 23% e per i farmaci del 15%. Nel solo 2023, circa il 3,5% dei pazienti registrati in pronto soccorso ha effettuato più di 5 accessi. Beniamino Susi, vicepresidente nazionale Simeu, sottolinea che l’incremento dei costi è principalmente dovuto all’aumento delle attività e alla maggiore complessità clinica dei pazienti, che richiedono diagnosi e terapie sempre più accurate.

Per quanto riguarda il fenomeno dei pazienti frequenti, Antonio Voza, segretario nazionale Simeu, evidenzia che le cause degli accessi ripetuti sono molteplici e variegate. Si tratta di persone con difficoltà sociali, come i senza fissa dimora, ma anche pazienti con patologie croniche che richiedono cure frequenti, come quelli con patologie psichiatriche, oncologiche o geriatriche. Questi pazienti, definiti ‘frequent flyers’ del pronto soccorso, rappresentano una categoria che non trova soluzioni altrove e si rivolge quindi a questa struttura.

Secondo Fabio De Iaco, presidente Simeu, i dati analizzati evidenziano un aumento generale della complessità che il pronto soccorso italiano deve affrontare. Questo incremento, che si manifesta in modo aritmetico ma andrebbe letto come esponenziale, comporta un maggior coinvolgimento di professionisti sanitari per far fronte alle necessità cliniche e assistenziali dei pazienti. Tutto ciò avviene in un contesto di progressivo depauperamento del personale e di inadeguatezza delle strutture. Questa situazione conferma quanto già noto da tempo: il pronto soccorso riflette la situazione generale del Servizio Sanitario Nazionale, ma al momento rappresenta l’unica risposta possibile per molte condizioni.

Nella discussione sulla necessità di una riforma strutturale del sistema sanitario nazionale, De Iaco sottolinea l’urgenza di intervenire nel settore dell’emergenza-urgenza, in attesa di provvedimenti che possano produrre effetti concreti. È evidente che serva una corretta progettualità accompagnata da investimenti adeguati per migliorare la situazione attuale.