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Qualità della vita in Italia: giovani e anziani a confronto

Analisi sul benessere delle diverse fasce d'età nelle città italiane

Qualità della vita in Italia: giovani e anziani a confronto

Al festival dell’Economia di Trento è stata presentata la nuova indagine sul benessere della popolazione divisa per fasce d’età nelle varie città italiane. Il Sole 24 Ore ha reso pubblica la rilevazione completa per il quarto anno consecutivo, volta a esplorare la qualità della vita e i servizi offerti ai diversi gruppi di età nei centri urbani italiani.

Le grandi città non brillano nella classifica della qualità della vita, soprattutto per quanto riguarda il benessere dei giovani. Ad eccezione di Bologna (14esima) e Firenze (33esima), le metropoli si collocano dalla metà in poi della classifica: Milano al 45° posto, Roma addirittura al 98°, con Napoli e Palermo in posizioni poco lusinghiere.

Per quanto riguarda gli anziani, Trento si conferma al primo posto per la qualità della vita offerta. Seguono Como al secondo posto e Cremona al terzo. Nella top 10 figurano anche Lodi, Treviso, Vicenza, Padova, Verona e Bolzano. Trento, oltre ad essere leader per la speranza di vita, si piazza al secondo posto per la partecipazione civile degli over 50, al terzo per il minor consumo di farmaci per malattie croniche e al quarto per l’utilizzo dei servizi sociali comunali.

Gorizia si aggiudica il primo posto per la qualità della vita offerta ai giovani, mentre Vibo Valentia primeggia per l’imprenditoria giovanile. Siracusa, Catania e Crotone si posizionano sul podio per l’età media al parto. Per quanto riguarda i bambini, la provincia migliore è Sondrio, seguita da Ravenna, Trieste e Gorizia.

Secondo l’analisi, il Paese mostra difficoltà nel prendersi cura dei più piccoli, mentre la generazione giovanile, sempre più esigua, è fortemente bloccata, con una mancanza di spinta all’imprenditorialità.

Il 34% degli under 20 considera l’opzione di trasferirsi all’estero, un dato che, come sottolinea Eleonora Angelini, amministratrice delegata di Nova Agenzia, indica un rafforzamento dell’identità europea ma evidenzia anche la mancanza di prospettive di crescita nelle imprese nazionali.