Riforma costituzionale: il primo passo verso l’elezione diretta del Presidente del Consiglio
Scintille in Senato: sospensione per 'si vergogni' tra Casellati e Borghi
Il Senato ha approvato il primo articolo delle riforme costituzionali che contengono il cosiddetto premierato. L’articolo approvato oggi dall’assemblea del Senato abroga la facoltà del Presidente della Repubblica di nominare senatori a vita. Il voto è stato per alzata di mano.
Si tratta del primo passaggio della riforma caldeggiata dalla maggioranza parlamentare che appoggia il governo Meloni e che vuole modificare gli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione per istituire l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri. Secondo i proponenti, la riforma rafforzerà la stabilità del Governo.
Trattandosi di una riforma costituzionale, la legge dovrà essere approvata sia dalle due Camere in doppia lettura. Con l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica, tuttavia, i resteranno in carica i senatori a vita attualmente nominati.
Nella discussione non sono mancate le scintille in Aula tra il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati, e il capogruppo Italia Viva, Enrico Borghi, a suon di “si vergogni”, tanto da sospendere la seduta. Oggetto del contendere, nel merito, il termine “eliminazione” usato per la cancellazione dell’istituto dei senatori a vita e che ha innescato un vivace scambio, con Italia viva che chiedeva la prova video dell’accaduto.
La ministra Casellati manda a quel paese Borghi di Italia Viva. Enrico Borghi, visibilmente contrariato, si è rivolto alla ministra Elisabetta Casellati contestandole un gesto “per mandarlo al diavolo”. Segue una raffica di “si vergogni” tra i due. “Io chiedo che la presidenza tuteli l’onorabilità di questa Aula. Non può permettersi di rivolgersi con quel gesto verso un qualunque esponente dell’Assemblea”, ha detto ancora Borghi. “Si vergogni. L’atteggiamento tenuto dal governo e dalla ministra Casellati ci porteranno a esprimere un voto contrario all’emendamento su cui Iv voleva astenersi. A differenza del senatore Borghi, ho sempre l’attitudine al rispetto delle persone, il che non succede sistematicamente da parte del senatore Borghi. Vergogna non si dice a un rappresentante del governo. Quando io ho parlato di eliminazione, mi vedeva con il mitra?”, ha risposto allora Casellati. “Sono un senatore anche io e sono un rappresentante del governo. Lei si alza in piedi per impedirmi di parlare. Le parole si devono pesare, ma se uno deve strumentalizzare a tutti i costi non va bene. Dicendo addirittura vergogna. Si vergogni lei”, ha aggiunto. Al presidente di turno, Mariolina Castellone, non è rimasto che dichiarare una breve sospensione della seduta.
Esulta Fratelli d’Italia. M5s durissimo. “In un sistema democratico, ogni autorità deve provenire dai cittadini”, lo diceva nel 1946 Umberto Terracini, antifascista, dirigente del PCI e Presidente dell’Assemblea Costituente, proprio in merito al dibattito sui Senatori a vita, dimostrando una coerenza e una lungimiranza superiore a quella dei Parlamentari di sinistra di oggi, che si sono sbracciati in tutti i modi per difendere questo istituto – commenta la senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino. “Invece, grazie alla maggioranza di centrodestra e al governo Meloni, oggi la sua abolizione è realtà”, esulta la meloniana. Già dall’articolo 1, con cui si toglie al Presidente della Repubblica il potere di nomina dei senatori a vita, il testo del premierato costituisce un attacco alle prerogative del Quirinale. A seguire gli altri articoli lo privano di altri poteri, così come fanno con quelli del Parlamento, determinando un pericolosissimo accentramento dei poteri, esattamente quella deriva da cui volevano metterci al riparo i padri costituenti. Così in aula a Palazzo Madama il senatore M5s Roberto Cataldi.
Lo scontro è solo all’inizio.