Omicidio a Anzola Emilia: il caso Sofia Stefani
La tragica fine di una relazione tra un'ex vigilessa e il comandante Gualandi
La morte dell’ex vigilessa Sofia Stefani è stata causata da un colpo di pistola in pieno viso, precisamente sullo zigomo sinistro, sparato da una distanza molto ravvicinata di circa 30 centimetri. Questi sono i dettagli emersi dall’autopsia dopo il tragico evento avvenuto il 16 maggio in un ufficio della polizia locale di Anzola Emilia (Bologna).
Al centro delle indagini c’è l’ex comandante Giampiero Gualandi, 63 anni, con il quale la giovane aveva avuto una relazione. Secondo quanto dichiarato da Gualandi, Sofia non riusciva ad accettare la fine della loro storia. L’accusa nei confronti del commissario capo Gualandi è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dal rapporto sentimentale con la vittima.
La difesa ha sostenuto che il colpo sarebbe partito per sbaglio dalla pistola d’ordinanza di Gualandi durante un litigio per la fine della relazione extraconiugale. Tuttavia, la vicinanza ravvicinata da cui è stato sparato il proiettile sembra mettere in discussione questa tesi, poiché se fosse stato un errore, il colpo avrebbe probabilmente colpito altre parti del corpo anziché il viso.
Le indagini hanno rivelato che Gualandi sapeva di incontrare l’ex collega con cui aveva deciso di interrompere la relazione sentimentale. Il giorno dell’omicidio, l’uomo è andato in armeria per ritirare la pistola, preparando così una linea di difesa che includeva la scatola per la pulizia dell’arma lasciata sulla sua scrivania.
Le chat tra i due, emerse dalle indagini, mostrano lo stato d’animo di Gualandi fino a due giorni prima del tragico evento. Il giudice ha sottolineato che la situazione tra i due era tesa, con la donna che non voleva porre fine alla storia e Gualandi in uno stato di esasperazione. Questa pressione emotiva ha portato alla tragica conclusione nell’ufficio di polizia.
Il gip ha dichiarato che la discussione tra i due è culminata con Gualandi che ha impugnato la pistola e premuto il grilletto per porre fine definitivamente alla situazione che lo tormentava da mesi.