Sciopero storico dei dipendenti Samsung Electronics in Corea del Sud
Il sindacato annuncia una giornata di protesta per aumenti salariali
Il Nationwide Samsung Electronics Union (Nseu), il più grande sindacato di Samsung Electronics in Corea del Sud, ha annunciato uno sciopero storico a seguito del fallimento dei negoziati con la direzione aziendale riguardo agli aumenti salariali. La decisione è stata comunicata durante una conferenza stampa tenutasi questa mattina, mercoledì 29 maggio. Questo sciopero rappresenta un evento senza precedenti nella storia del colosso tecnologico sudcoreano.
La Samsung Electronics si trova in una fase critica, avendo registrato perdite significative nei quattro trimestri più recenti. La prospettiva di uno sciopero potrebbe avere ripercussioni non solo sull’azienda stessa, ma anche sull’economia sudcoreana nel suo complesso, attirando l’attenzione a livello globale per la sua portata storica.
Il sindacato, che conta circa ventimila membri, equivalenti a oltre un quinto della forza lavoro totale dell’azienda, ha annunciato che il lavoro sarà interrotto per una giornata, il venerdì 7 giugno, come parte di una serie di azioni di protesta più ampie. Le trattative tra la direzione aziendale e i rappresentanti dei lavoratori sono iniziate nel mese di gennaio, ma non sono riuscite a superare le divergenze esistenti.
Il punto di rottura è stato il tema dei salari: la società ha proposto un aumento del 5,1%, mentre il sindacato ha richiesto un incremento dell’8%, oltre a un giorno aggiuntivo di ferie annuali e bonus trasparenti basati sulle prestazioni. Questo punto morto ha portato alla dichiarazione dello sciopero da parte dei sindacati, che hanno denunciato l’atteggiamento della direzione aziendale nei confronti dei lavoratori.
La situazione è diventata ancora più tesa quando i rappresentanti dei lavoratori hanno esposto uno striscione durante la conferenza stampa, denunciando la repressione del lavoro e sindacale. Questo sciopero rappresenta un momento cruciale per i dipendenti di Samsung, che fino a quattro anni fa non avevano il diritto di organizzarsi sindacalmente, a causa di divieti imposti dall’azienda stessa.
La Commissione nazionale per le relazioni lavorative, un’agenzia legata al ministero del lavoro, ha tentato di mediare tra le parti, ma senza successo nel trovare un accordo sul tema salariale. La decisione di scioperare è stata presa come estremo tentativo di far valere i diritti dei lavoratori di fronte alla direzione aziendale.