Trump rivela piano di bombardare Mosca e Pechino: tensioni geopolitiche in aumento
Le dichiarazioni shock dell'ex presidente e le implicazioni globali
A cinque mesi dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump avrebbe fatto una rivelazione che ha scosso il mondo intero. Durante un incontro con i sostenitori della sua campagna elettorale, il tycoon avrebbe dichiarato che, se fosse stato alla Casa Bianca, avrebbe ordinato di bombardare Mosca e Pechino in caso di invasione russa dell’Ucraina e occupazione cinese di Taiwan. Questa affermazione, riportata dal Washington Post, ha sollevato preoccupazioni sulle tensioni geopolitiche e sulle possibili conseguenze di una tale azione, considerando che Trump attualmente è in vantaggio su Joe Biden nei sondaggi presidenziali.
Le mosse di Putin per ridefinire i confini della Russia e il presunto piano di Trump riguardo alla Russia hanno sollevato interrogativi sulla stabilità e la sicurezza internazionale. Nonostante le controversie legali che lo coinvolgono, Trump sembra avere buone probabilità di riconquistare la Casa Bianca, secondo un modello di previsione pubblicato da Decision Desk HQ e The Hil, che attribuisce al tycoon il 58% di possibilità di vittoria alle prossime elezioni presidenziali.
Le prospettive dei repubblicani sembrano altrettanto positive, con buone probabilità di conquistare la maggioranza sia al Senato (79%) che alla Camera (64%). Nel frattempo, l’approvazione dei Paesi Baltici e della Polonia all’uso delle loro armi da parte dell’Ucraina contro la Russia sembra aver aperto la strada anche per gli Stati Uniti. Il presidente Joe Biden starebbe valutando la revoca dei limiti sull’uso di armi a corto raggio da parte dell’Ucraina, mentre Mosca minaccia ritorsioni contro l’Occidente.
La situazione ha diviso la NATO, con il segretario generale Stoltenberg e il presidente francese Macron favorevoli all’idea, mentre Italia e Germania esprimono preoccupazione per il rischio di un’escalation. L’ipotesi di un attacco alla Russia con missili europei, con il via libera all’Ucraina, continua a dividere gli alleati della NATO e ad alimentare le tensioni internazionali.
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