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Aumento delle esecuzioni nel 2023: dati e sfide

Il report di Amnesty International svela i numeri e le criticità globali

Aumento delle esecuzioni nel 2023: dati e sfide

Il 2023 ha visto un aumento significativo delle esecuzioni a livello globale, con un totale di 1.153 esecuzioni in 16 Paesi e 2.428 condanne a morte emesse, nonostante il numero di nazioni che ancora praticano la pena di morte sia ai minimi storici. Questi dati emergono dall’ultimo report di Amnesty International, che ha registrato il numero più alto di esecuzioni dal 2015, quando furono contati 1.634 casi.

Secondo il report, i Paesi con il maggior numero di esecuzioni sono Cina, Iran, Arabia Saudita, Somalia e Stati Uniti. In particolare, l’Iran ha rappresentato il 74% delle esecuzioni globali nel 2023, con almeno 853 persone giustiziate, registrando un aumento del 48% rispetto all’anno precedente. Le autorità iraniane sono state criticate da Agnès Callamard, Segretario Generale di Amnesty International, per il loro completo disprezzo per la vita umana, in particolare per l’aumento delle esecuzioni legate ai reati di droga che hanno colpito le comunità più emarginate e impoverite.

Le esecuzioni in Iran hanno coinvolto almeno 24 donne e cinque minori al momento del crimine, con almeno 545 persone giustiziate per reati che non dovrebbero comportare la pena di morte secondo il diritto internazionale, come reati legati alla droga, rapine e spionaggio.

Negli Stati Uniti, il numero delle esecuzioni è salito da 18 a 24 nel 2023, con alcuni Stati che stanno cercando di modificare le modalità di esecuzione della pena di morte. Progetti di legge sono stati presentati in Idaho e Tennessee per eseguire le condanne tramite plotone di esecuzione, mentre in Montana si sta considerando l’espansione delle sostanze utilizzate nelle iniezioni letali. Inoltre, in South Carolina è stata approvata una legge per mantenere segreta l’identità delle persone coinvolte nelle esecuzioni.

La Cina continua a eseguire migliaia di esecuzioni ogni anno, ma i numeri esatti non sono noti a causa della mancanza di trasparenza del governo cinese. Nell’Africa sub-sahariana, le esecuzioni sono triplicate, passando da 11 nel 2022 a 38 nel 2023, mentre le condanne a morte sono aumentate del 66%, passando da 298 a 494.

Nonostante l’incremento delle esecuzioni, il numero di Paesi che ancora applicano la pena di morte è sceso al minimo storico, come riportato da Amnesty International. Paesi come Pakistan e Malaysia hanno abolito la pena di morte obbligatoria e per reati legati alla droga, mentre Ghana, Kenya, Liberia e Zimbabwe hanno compiuto progressi verso l’abolizione.

Il 2023 è stato un anno di contrasti: da un lato, un aumento significativo delle esecuzioni, dall’altro, un calo del numero di Paesi che praticano la pena di morte, segnalando progressi verso l’abolizione. Amnesty International continua a sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi su questo tema cruciale, sottolineando che la battaglia per l’abolizione è ancora in corso, ma i progressi fatti nel 2023 dimostrano che il cambiamento è possibile.

Callamard ha dichiarato: “La nostra campagna funziona. Continueremo a lottare fino a quando la pena di morte sarà abolita in tutto il mondo.”