Politica

La battaglia per le spiagge libere: proposta di legge e confronto politico

Ambientalisti e politici dibattono sul futuro delle spiagge italiane

La battaglia per le spiagge libere: proposta di legge e confronto politico

In un assolato mercoledì di fine maggio, ho avuto l’occasione di incontrare Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni nei pressi del Twiga, l’esclusivo stabilimento balneare di Flavio Briatore. Nonostante possa sembrare l’inizio di un articolo scandalistico, i due leader di Alleanza Verdi Sinistra, accompagnati da un gruppo di militanti toscani, si sono presentati all’ingresso del lido di Forte dei Marmi per presentare la loro proposta di legge sulle spiagge libere.

Durante l’incontro, ho notato un inedito Bonelli a torso nudo, con un fisico ancora invidiabile e tatuaggi old style, che ha indossato una t-shirt con la scritta “Briatore lascia Montecarlo! Paga le tasse in Italia!”. Fratoianni, invece, ha optato per una maglietta con lo slogan “la presa della spiaggia” sopra la camicia. Questa differenza di stile riflette le diverse anime dell’attivismo ambientalista e del pragmatismo politico di derivazione comunista.

Mentre i due leader discutevano con la stampa locale, i rappresentanti del movimento “No aste”, preoccupati di perdere le loro concessioni con l’applicazione della direttiva Bolkestein, hanno inviato due delegati per dialogare con i politici. La situazione è stata gestita senza scontri, nonostante le tensioni. Anche loro, come altre categorie, avevano ricevuto promesse di “protezione” da parte del governo Meloni, in violazione delle regole europee.

Decido di esplorare il Twiga per osservare l’atmosfera circostante. La delusione è palpabile: pochi intimi si trovano sulle costose “tende arabe” da 300 euro a coppia, probabilmente storici abbonati del luogo. La recente occupazione della spiaggia da parte degli attivisti di Mare Libero ha messo in allerta la direzione del locale, che ora osserva con maggiore attenzione i visitatori.

Tornando alla proposta di legge dei rosso-verdi, la questione più dibattuta riguarda gli aumenti previsti nei canoni delle concessioni demaniali, che potrebbero variare tra il 200 e il 350 per cento. Angelo Bonelli denuncia atti di profonda iniquità sociale, evidenziando disparità nei pagamenti tra i vari stabilimenti balneari e i relativi fatturati.

Nicola Fratoianni ribatte alle critiche, sottolineando che le concessioni balneari non sono private, ma appartenenti allo Stato, che ha il diritto di ottenere un incasso congruo. La proposta dei rosso-verdi si ispira a modelli internazionali, come quello francese, che prevedono spiagge libere accessibili a tutti, con servizi gratuiti per i cittadini.

La militante Sandra Giorgetti di Europa Verde lamenta la trasformazione del paesaggio costiero, dove la vista del mare è spesso oscurata dalla presenza massiccia degli stabilimenti balneari. Costruzioni abusive e cemento hanno compromesso la bellezza naturale della zona, alimentando preoccupazioni sul futuro delle spiagge libere.

La battaglia per la difesa delle spiagge libere è vista come una questione di civiltà, che coinvolge non solo gli ambientalisti, ma anche i cittadini comuni. La proposta dei rosso-verdi mira a garantire un accesso equo e sostenibile alle spiagge, promuovendo la creazione di nuove opportunità occupazionali e la valorizzazione del patrimonio comune.