Tragedia a Vigonza: il mistero della morte di Giada Zanola
Una lite fatale sul cavalcavia di via Prati sconvolge Padova
Il 39enne Andrea Favero, attualmente in stato di fermo con l’accusa di aver ucciso la compagna Giada Zanola, ha riferito al magistrato di una violenta lite avvenuta la notte del 29 maggio. La donna è stata trovata morta dopo essere precipitata dal cavalcavia di via Prati a Vigonza, alle porte di Padova, e investita da veicoli in transito. Favero ha ammesso di aver avuto una reazione dopo essere stato minacciato dalla compagna di non poter vedere più il figlio.
Secondo la procura di Padova, Favero era sul cavalcavia quando Zanola è caduta sull’autostrada A4. L’uomo ha dichiarato di non ricordare la caduta della compagna, ma di averla seguita dopo una lite avvenuta in auto. I due avevano un rapporto burrascoso e conflittuale, con Zanola che aveva manifestato la volontà di chiudere la storia.
Testimonianze riferiscono di litigi violenti tra la coppia, motivati anche da questioni economiche. Zanola aveva manifestato paura nei confronti di Favero, che era geloso per una presunta relazione della donna con un altro uomo. La sera della tragedia, Favero si è addormentato subito dopo essere tornato a casa, pensando solo al figlio.
Il messaggio inviato al cellulare di Zanola dopo la sua morte è stato interpretato come una messa in scena. Favero ha dichiarato di essersi svegliato e di non aver trovato la compagna in casa, chiedendole se fosse andata al lavoro. La vicenda resta avvolta da dettagli oscuri, mentre Favero continua a essere interrogato dalle autorità per fare luce su quanto accaduto quella notte tragica.
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