Cronaca

Condanna e domiciliari per aggressione a barista: il caso Laurini

Il 42enne buttafuori condannato per gelosia, la vittima sfregiata a Prato

Condanna e domiciliari per aggressione a barista: il caso Laurini

Emiliano Laurini, il 42enne buttafuori condannato per aver ordinato l’aggressione alla barista Martina Mucci, sconterà la pena ai domiciliari. La giovane di 33 anni, residente a Prato, era stata brutalmente picchiata e sfregiata mentre tornava a casa dal lavoro nel febbraio del 2023. Il movente dietro l’aggressione è stato individuato nella gelosia di Laurini, come testimoniato dalla stessa vittima e da altre donne che hanno subito violenze simili da parte dell’ex fidanzato.

Il tribunale di Prato ha emesso la sentenza che ha condannato Emiliano Laurini a 9 anni di reclusione per i reati di sfregio, lesioni gravi e maltrattamenti in famiglia. Il giudice Marco Malerba ha stabilito che il 42enne, già detenuto da oltre un anno, potrà scontare il resto della pena agli arresti domiciliari presso la residenza di suo padre nel sud della Toscana.

Altri coinvolti nel brutale episodio sono Mattia Schininnà e Kevin Mingoia, entrambi condannati per il loro ruolo nell’aggressione. Schininnà è stato condannato a 4 anni di reclusione per aver agito come intermediario tra Laurini e i picchiatori, mentre Mingoia dovrà scontare 6 anni e 8 mesi di pena per aver partecipato fisicamente all’aggressione insieme a un altro giovane, attualmente ospitato in una comunità. I tre aggressori frequentavano la stessa palestra a Scandicci, in provincia di Firenze.

La procura aveva richiesto una condanna più lieve per Laurini, ma il verdetto finale ha portato a una pena più severa. Martina Mucci, la vittima dell’aggressione, ha commentato la sentenza dicendo di essere stanca dopo l’esperienza difficile dei processi e ha preferito non rilasciare ulteriori dichiarazioni al momento.

Staff
  • PublishedJune 3, 2024