Accuse di scambio di informazioni private in chat Telegram: la verità di Serena Mazzini
La social media strategist si difende dalle accuse di omofobia e sessismo
Una chat Telegram composta da 70 persone è al centro di accuse di scambio di informazioni e immagini private di personaggi pubblici, accompagnate da commenti omofobi e sessisti. Serena Mazzini, conosciuta come Serena Doe, social media strategist e co-autrice del podcast “Il Sottosopra” di Selvaggia Lucarelli, è stata accusata di aver partecipato a tali attività. Le accuse sono state respinte da Mazzini, che ha dichiarato che i fatti a lei attribuiti sono gravi e privi di contesto.
Secondo quanto riportato da alcuni personaggi noti sui social, Mazzini avrebbe condiviso immagini e informazioni private in una chat Telegram in cui si facevano commenti sessisti, omofobi e di bodyshaming. Le prime accuse sono state mosse da Valeria Fonte, attivista e femminista, che ha raccontato attraverso Instagram di essere venuta a conoscenza di questa chat, di cui è stata anch’essa vittima. A Fonte si sono unite Carlotta Vignali, Flavia Carlini, Silvia Semenzin e altri.
Serena Mazzini ha risposto alle accuse tramite lunghe Instagram Stories, confermando l’esistenza di un gruppo Telegram composto principalmente da amici, in cui si discuteva di vari argomenti, tra cui foto degli animali domestici, ricette e spazi per sfoghi personali e relazioni. Mazzini ha sottolineato che almeno un terzo dei partecipanti alla chat fa parte della comunità LGBT, smentendo le accuse di transfobia e omofobia.
La social media strategist ha ammesso di aver usato toni sprezzanti e di aver espresso prese di posizione aspre all’interno del gruppo, ma ha negato qualsiasi intento diffamatorio. Ha precisato che i materiali commentati erano pubblici sui social e che il gruppo è stato chiuso un mese fa. Mazzini ha dichiarato di aver chiesto scusa privatamente a Valeria Fonte e di non aver mai denigrato o bullizzato nessuno, nonostante il suo stile ironico e graffiante.
