Politica

Immigrazione irregolare: il caso dei flussi di lavoratori stranieri in Italia

Criminalità organizzata e abusi dietro i 'Decreti Flussi'

Immigrazione irregolare: il caso dei flussi di lavoratori stranieri in Italia

Questa mattina mi sono recata dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni, avvalendosi del Decreto Flussi. La premier Giorgia Meloni ha annunciato oggi, martedì 4 giugno, durante un’informativa al Consiglio dei ministri, che i flussi regolari di immigrati per motivi di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare.

Secondo Meloni, la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande, utilizzando i ‘decreti flussi’ come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, in modo formalmente legale e privo di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto. Si ipotizza che dietro ciò possa esserci il pagamento di somme di denaro, fino a 15.000 euro per ‘pratica’, secondo alcune fonti.

La stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni con il ‘Decreto Flussi’ proviene dal Bangladesh, dove le autorità diplomatiche segnalano fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro. La Campania, regione amministrata da Vincenzo De Luca, è particolarmente sotto i riflettori del governo per i dati allarmanti emersi dal monitoraggio dei flussi.

La premier ha evidenziato che durante il click day, la Campania ha presentato un numero sproporzionato di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari rispetto al numero di potenziali datori di lavoro. Questo fenomeno si riscontra anche in altre regioni italiane, con uno scarto significativo tra il numero di ingressi e i contratti di lavoro effettivamente stipulati.

Meloni ha sottolineato che la criminalità organizzata sembra essere coinvolta in questo meccanismo, con forti collegamenti tra organizzazioni criminali del Bangladesh e dell’Italia. Il governo, oltre a una risposta giudiziaria, sta valutando misure per fermare e correggere questo sistema, simili a quelle adottate per il superbonus edilizio e il reddito di cittadinanza.

Le azioni da intraprendere includono la verifica delle domande di nulla osta al lavoro, il meccanismo del click day, la definizione delle quote e il rafforzamento dei canali di ingresso speciali, in collaborazione con le associazioni di categoria per definire i fabbisogni di manodopera. Si auspica anche una piena indagine sul passato per individuare eventuali irregolarità che potrebbero persistere da anni.