Cronaca

La struggente storia di Bruno: tra picacismo e battaglia per la libertà

Un uomo affetto da disturbo mentale combatte per un'assistenza dignitosa

La struggente storia di Bruno: tra picacismo e battaglia per la libertà

La storia di Bruno sembra uscita da un romanzo ottocentesco, ma purtroppo è una realtà dolorosa. Affetto da picacismo, un disturbo mentale che lo spinge a ingerire qualsiasi cosa, anche non commestibile, Bruno vive da oltre 17 anni con le mani legate e un casco sulla testa. Inoltre, ha una griglia sul viso che gli impedisce di raggiungere la bocca, simile a quella del cannibale Hannibal Lecter nel film ‘Il Silenzio degli innocenti’.

Bruno è ospite di una struttura dell’Aias a Cortoghiana, a Carbonia, nel Sud Sardegna. Il suo caso era stato sollevato nell’aprile 2023 dalla Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà personale, Irene Testa. Attualmente, è stato lanciato un nuovo appello per garantirgli un’assistenza continua che eviti di tenerlo legato.

Questa situazione ha generato una battaglia di civiltà, alla quale ha preso parte anche la presidente della Regione, Alessandra Todde. In un’intervista alla trasmissione ‘L’Attimo Fuggente’ su Giornale Radio, la presidente ha dichiarato: “Presto ci incontreremo con Irene Testa per trovare il percorso più idoneo per Bruno e per tutti i malati in condizioni simili. Non resteremo inerti e sono disponibile a confrontarci nuovamente anche tra qualche settimana per valutare i progressi.”

Un anno fa, Irene Testa aveva chiesto un cambiamento nel piano terapeutico di Bruno dopo averlo visitato. La presidente dell’Unasam, Gisella Trincas, aveva segnalato il caso nello stesso periodo. Tuttavia, al momento, rimangono solo parole in attesa che la vita di Bruno cambi effettivamente.