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Attacco armato all’ambasciata USA a Beirut: ricostruzione e tensioni regionali

Un cittadino siriano ferito dopo sparatoria vicino all'ambasciata americana in Libano

Attacco armato all’ambasciata USA a Beirut: ricostruzione e tensioni regionali

Un uomo armato è stato arrestato dopo aver sparato la mattina del 5 giugno contro l’ambasciata degli Stati Uniti a Beirut, in Libano. L’attacco è stato effettuato da un cittadino siriano, ferito dai soldati in uno scontro a fuoco prima di essere arrestato, secondo le prime ricostruzioni dell’esercito libanese. Una foto diffusa sui social media mostra un uomo insanguinato che indossa un giubbotto con la scritta “Stato islamico” in arabo e le iniziali inglesi “I” e “S”. Fonti dell’ambasciata hanno riferito che del “fuoco da armi leggere” è stato segnalato alle ore 8:34 nelle vicinanze dell’ingresso dell’edificio, rassicurando che il personale dell’ambasciata era al sicuro. Media locali hanno riportato che lo scontro a fuoco è durato quasi mezz’ora. Un membro della squadra di sicurezza dell’ambasciata sarebbe rimasto ferito, mentre l’esercito stava setacciando la zona alla ricerca di altri possibili aggressori, come riferito da una fonte della sicurezza all’agenzia di stampa Reuters. Le autorità libanesi sospettano che fino a quattro uomini armati possano essere coinvolti nell’attacco, insinuando che l’aggressore detenuto potrebbe non aver agito da solo.

L’incidente avviene nel mezzo di crescenti tensioni in tutta la regione. Da quando Israele ha intrapreso la guerra nella Striscia di Gaza, il gruppo armato Hezbollah, legato all’Iran, è stato coinvolto in attacchi reciproci con Tel Aviv lungo il confine meridionale del paese. L’attacco all’ambasciata americana non è il primo nella storia del Libano. Nel settembre dello scorso anno, un uomo armato aprì il fuoco contro l’ambasciata americana, senza provocare vittime. La polizia libanese ha sostenuto che l’aggressore fosse un fattorino in cerca di vendetta per la sua percepita umiliazione da parte del personale di sicurezza.

Quella sparatoria coincise però con l’anniversario di un’autobomba mortale del settembre 1984 davanti all’ambasciata americana a Beirut che uccise almeno 20 persone, di cui gli Stati Uniti attribuirono la colpa a Hezbollah. Nel 1983 ebbe luogo il più grave attacco suicida davanti alla precedente sede dell’ambasciata statunitense, in cui persero la vita 63 persone. Da allora l’ambasciata è stata trasferita nell’area attuale, che si trova a nord di Beirut, in una zona altamente protetta con numerosi posti di blocco lungo il percorso verso l’ingresso.