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Benny Gantz annuncerà le dimissioni: crisi nel governo israeliano

Il leader centrista potrebbe lasciare l'esecutivo dopo ultimatum a Netanyahu

Benny Gantz annuncerà le dimissioni: crisi nel governo israeliano

Benny Gantz, ministro del Gabinetto di guerra israeliano e leader centrista, terrà una conferenza stampa domani, 8 giugno, al termine dell’ultimatum che aveva posto al premier Benjamin Netanyahu. Gantz aveva annunciato che, in mancanza di un piano per il governo post-bellico di Gaza e di progressi nei negoziati sugli ostaggi, sarebbe uscito dall’esecutivo, come aveva promesso in precedenza riferendosi al suo partito, Israel Resilience.

La conferenza stampa, durante la quale potrebbe annunciare le sue dimissioni, è stata programmata per la serata di sabato 8 giugno dallo staff di Gantz. Secondo quanto riportato dall’emittente pubblica Kan, il governo degli Stati Uniti avrebbe cercato di persuadere Gantz a posticipare la sua uscita dalla coalizione, nell’ambito degli sforzi in corso per raggiungere un accordo di cessate il fuoco.

L’appoggio a Netanyahu è attualmente in bilico, dopo che l’ultimatum era stato annunciato il 18 maggio scorso, dando al primo ministro l’obbligo di fare una scelta. Gantz, insieme al ministro della Difesa Yoav Gallant, fa parte del governo di unità nazionale istituito da Netanyahu dopo l’attacco del 7 ottobre. Nel corso dei mesi, le divisioni all’interno del governo si sono acuite, con Gallant e Gantz che hanno espresso apertamente critiche sul modo in cui Netanyahu sta gestendo il conflitto nella Striscia contro Hamas.

Nel delineare il futuro politico di Gaza, Gantz ha proposto una direzione che coinvolge Stati Uniti, Unione Europea e paesi arabi, in netto contrasto con la posizione del primo ministro Netanyahu, contrario a coinvolgere l’Autorità nazionale palestinese nel governo post-bellico della Striscia. Gantz ha elencato sei obiettivi che ha sollecitato Netanyahu a perseguire: il rilascio degli ostaggi; la sconfitta di Hamas e la smilitarizzazione di Gaza; la ricerca di un’alternativa di governo nell’enclave palestinese; il ritorno entro il 1 settembre dei residenti israeliani sfollati a causa della minaccia di Hezbollah; la riabilitazione del Negev; la promozione della normalizzazione con l’Arabia Saudita; l’adozione di un provvedimento per una leva militare obbligatoria per tutti gli israeliani, inclusi i religiosi ultraortodossi.

Staff
  • PublishedJune 7, 2024