Le Marchi: dalla bancarotta alla vita lussuosa a Milano
La storia di Wanna Marchi e Stefania Nobile dopo la condanna
Wanna Marchi e la figlia Stefania Nobile, condannate per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione a delinquere finalizzata alla truffa nel 2015, sono ora libere dopo aver scontato una pena di 9 anni e 6 mesi. Attualmente risiedono a Milano e conducono una vita agiata, come hanno dichiarato a un’intervista con il settimanale Gente. Durante l’intervista, sono state fotografate a bordo di una Lamborghini Urus dal valore di 250mila euro. Nonostante la condanna, le due donne affermano che la loro quotidianità non è cambiata molto: “È la stessa vita che facevamo all’epoca del processo”, ha dichiarato Stefania Nobile.
Stefania ha raccontato che insieme al suo ex compagno Davide Lacerenza, avevano investito in attività di ristorazione e locali a Milano e in Albania. Attualmente, Stefania continua a gestire queste attività e afferma che sua madre, Wanna Marchi, è spesso richiesta dai clienti per sedersi al tavolo e raccontare le sue storie. Stefania ha espresso il desiderio di vedere sua madre tornare in televisione per condividere le esperienze di persone che hanno affrontato cadute e si sono rialzate.
Stefania ha descritto la loro vita attuale come lussuosa, con serate in cui bevono champagne offerto dai clienti dei locali, consumano caviale e conducono una vita agiata senza spendere molto. Stefania stessa ha un lavoro fisso come dipendente del suo ex compagno, con uno stipendio adeguato. Nonostante non guadagnino più cifre elevate come in passato, hanno imparato a godersi la vita.
Wanna Marchi ha rivelato che il suo unico vizio è il parrucchiere e ha espresso il desiderio di vivere stabilmente in Albania, dove si sente a casa. Stefania ha menzionato che Sabrina Ferilli le ha fatto conoscere l’Albania invitandole come ospiti in un programma su Agon Channel.
Le Marchi, senza maschere, parlano della loro esperienza dalla caduta alla rinascita, sottolineando che ognuno è responsabile di sé stesso. La loro storia è stata raccontata in una video-intervista.
