Cronaca

Lo stupratore seriale: la storia di Simone Borgese

Un pattern di violenze ripetute svela un modus operandi inquietante

Lo stupratore seriale: la storia di Simone Borgese

La coincidenza delle date è inquietante: l’8 maggio. Nove anni fa, Simone Borgese, all’epoca trentenne, commise un atto criminale. Nel 2015, sotto un viadotto nella zona di Piana del Sole, periferia sud di Roma, Borgese violentò e rapinò una tassista. Quest’anno, sempre l’8 maggio, si è verificata un’altra violenza sessuale ai danni di una studentessa in attesa alla fermata dell’autobus. Gli inquirenti sospettano di trovarsi di fronte a uno stupratore seriale.

Il recente episodio, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, ha visto Borgese avvicinarsi alla studentessa alla fermata dell’autobus, chiedendo informazioni stradali e convincendola a salire in macchina. Questo fatto è avvenuto lo scorso 8 maggio a Roma, in via della Magliana. La vittima ha denunciato l’accaduto alla polizia, che ha identificato e arrestato il 39enne romano con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Borgese era già stato condannato nel 2015 a sette anni e mezzo di carcere per lo stupro di una tassista a Piana del Sole, vicino a Fiumicino. Anche in quel caso, l’aggressione si era verificata l’8 maggio, suggerendo la possibilità di un modus operandi seriale. Borgese era stato rilasciato nel 2021.

L’ultimo episodio si è verificato nel primo pomeriggio dell’8 maggio 2024. La giovane vittima, alla fermata dell’autobus, è stata avvicinata da un uomo a bordo di un’auto, il quale le ha chiesto indicazioni per raggiungere il grande raccordo anulare. La ragazza si è avvicinata per mostrargli il percorso sull’app del cellulare, ma l’uomo, affermando che il telefono era quasi scarico, l’ha convinta a salire in macchina per accompagnarlo. A quel punto, Borgese, dopo averle fatto avances e averle sottratto il cellulare con la scusa di una telefonata, l’ha portata in una zona isolata e l’ha violentata. Successivamente, la studentessa è stata riaccompagnata nei pressi di villa Bonelli e lasciata andare. La vittima ha sporto denuncia e la polizia del distretto San Giovanni, grazie alle informazioni fornite dalla giovane e alle telecamere di sorveglianza presenti sul percorso, è riuscita ad identificare e arrestare Borgese. Nonostante la richiesta della procura di detenzione in carcere, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari.

La studentessa violentata ha raccontato di sentirsi in colpa per quanto accaduto. Ha descritto come Borgese l’abbia manipolata con la scusa del telefono scarico e come abbia agito con astuzia per farla salire in macchina. Dopo l’aggressione, la giovane ha preso un treno e si è confidata con due ragazze che l’hanno vista sconvolta. Ha dichiarato di non pentirsi della denuncia, poiché era la scelta giusta da fare, anche se in quel momento non era lucida sul da farsi. Sono state le due ragazze a sostenerla e a accompagnarla in questura per denunciare.

Simone Borgese, già noto alle forze dell’ordine per reati di stupro e violenza, è stato riconosciuto dalla vittima come l’aggressore. Le precedenti condanne di Borgese includono una pena di sette anni e mezzo di carcere per gli abusi sessuali del 2015 e una condanna nel 2022 a due anni e dieci mesi per aver molestato sessualmente una ragazza di 17 anni in un ascensore a Roma. La coincidenza delle date nei vari casi suggerisce un possibile schema seriale nelle azioni di Borgese.