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Silenzio elettorale: politici e social durante le elezioni europee

Il rispetto delle regole elettorali in un'era digitale

Silenzio elettorale: politici e social durante le elezioni europee

Molti politici continuano la campagna elettorale nonostante il silenzio elettorale in vista delle elezioni europee, nonostante sia già entrato in vigore da ore. La stessa Autorità garante per le comunicazioni ha ricevuto varie segnalazioni sul mancato rispetto del silenzio, ma basta fare un rapido giro sui profili social dei principali candidati per vedere cosa succede.

Quando è iniziato il silenzio elettorale e cosa prevede

Come da circolare del Ministero dell’Interno, per le elezioni europee e le elezioni amministrative programmate nei giorni dell’8 e 9 giugno, il silenzio elettorale è iniziato alla mezzanotte di venerdì 7 giugno per concludersi domenica 9 giugno. Durante questo periodo sono vietati comizi, riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, affissioni di stampati, giornali murali o altri manifesti di propaganda.

E sui social?

Il silenzio elettorale mira a evitare che i cittadini siano esposti a messaggi che potrebbero influenzare il voto mentre i seggi sono aperti. Un esempio è arrivato da Giorgia Meloni, che ha postato un video ironico prima dell’inizio del silenzio elettorale. Altri politici, come il generale Roberto Vannacci della Lega, hanno continuato a pubblicare sui social durante il silenzio elettorale, invitando a votare per il loro partito.

Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti, ha inviato messaggi anche davanti alle telecamere, chiedendo un voto per fermare la guerra e isolare leader come Macron. Le dichiarazioni di Salvini all’uscita dal seggio hanno suscitato reazioni, con il verde Angelo Bonelli che ha lamentato la violazione del silenzio elettorale.

Elly Schlein, segretaria del Pd, ha mantenuto un atteggiamento diverso, evitando di rispondere alle domande dei giornalisti e di pubblicare sui social durante il silenzio elettorale.

L’Agcom: “La legge del 1956 vale anche per i social”

L’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) ha sottolineato che il rispetto del silenzio elettorale è regolato dalla legge del 1956 e si applica anche alle attività di propaganda online. Chi viola il silenzio elettorale rischia sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 103 euro fino a un massimo di 1.032 euro.

Il ministero dell’Interno è responsabile dei controlli sul silenzio elettorale, mentre l’Agcom ha precisato che le segnalazioni di violazioni devono essere rivolte direttamente al Ministero dell’Interno o alle prefetture competenti.

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