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Cgil supera le firme per referendum sul lavoro

Landini raggiunge l'obiettivo: cosa cambierà con i quesiti proposti

Cgil supera le firme per referendum sul lavoro

La promessa di raccogliere 500 mila firme entro l’estate, fatta da Maurizio Landini ad aprile, è stata mantenuta. La Cgil ha annunciato di aver superato la soglia necessaria per indire un referendum popolare su quattro quesiti riguardanti la precarietà, i licenziamenti illegittimi e la mancanza di sicurezza nel lavoro d’appalto e subappalto.

Le firme raccolte dal 25 aprile, giorno in cui i quesiti sono stati depositati in Cassazione, ammontano a 582.244. Si è riscontrato un grande interesse nei territori e nei luoghi di lavoro per i temi proposti dall’organizzazione, con un diffuso desiderio di partecipazione. Nonostante il traguardo sia stato già raggiunto, la raccolta delle firme continuerà e si intensificherà nei prossimi giorni e settimane, con l’obiettivo di raccoglierne il maggior numero possibile, come spiegato dal segretario organizzativo della Cgil, Luigi Giove.

Tra i firmatari dei quesiti ci sono personalità politiche di rilievo come la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader M5S Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni ed Angelo Bonelli di Avs. Tra i critici più accesi ci sono i renziani, che hanno criticato definendo l’iniziativa come “ideologia da quattro soldi”.

La consegna delle firme in Cassazione è prevista tra il 18 e il 19 luglio. Successivamente, la Cassazione verificherà la validità e il numero delle sottoscrizioni. Se la Corte Suprema darà il via libera, la Consulta dovrà esaminare la legittimità costituzionale dei quesiti. Una volta completata questa fase, si procederà alla convocazione del referendum per il prossimo anno, con le elezioni che potrebbero svolgersi nella primavera del 2025.

Passando ai quesiti, il primo, “Lavoro tutelato”, propone di abrogare le norme del Jobs Act che permettono ai datori di lavoro di non reintegrare un lavoratore licenziato in modo illegittimo se assunto dopo il 2015. Il secondo quesito, “Lavoro dignitoso”, mira a cancellare le norme che agevolano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, eliminando il tetto massimo per l’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato in tali aziende.

Il terzo quesito, “Lavoro stabile”, propone di abrogare le norme che hanno liberalizzato l’uso del lavoro a termine, limitandone l’utilizzo a casi specifici e temporanei. Infine, il quarto e ultimo quesito, “Lavoro sicuro”, si propone di cancellare la norma che impedisce di estendere la responsabilità all’impresa appaltante in caso di infortunio sul lavoro.

Staff
  • PublishedJune 12, 2024