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Elezioni anticipate in Francia: sfida tra Macron e Le Pen

Analisi del sistema elettorale francese e delle prospettive politiche

Elezioni anticipate in Francia: sfida tra Macron e Le Pen

A due anni esatti dalle ultime elezioni politiche, i francesi si preparano a tornare alle urne il prossimo 30 giugno per eleggere i 577 deputati dell’Assemblea nazionale. Il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha deciso di sciogliere il parlamento dopo una prima parte della legislatura segnata da turbolenze, con il cambio di due premier e lunghe trattative tra la maggioranza relativa e le opposizioni. La decisione è stata motivata dal deludente risultato del partito di Macron alle elezioni europee e dall’avanzata della destra, in particolare del Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen.

Macron, che rimarrà presidente indipendentemente dall’esito delle elezioni parlamentari, ha espresso la speranza che lo scioglimento anticipato possa portare a una maggiore stabilità nell’Assemblea. Tuttavia, alla luce dei recenti risultati elettorali che hanno visto il Rn conquistare quasi un terzo dei voti, i piani del presidente francese sembrano essere messi alla prova. Il sistema elettorale francese potrebbe però giocare a favore di Macron, riducendo l’impatto dei consensi della destra.

In Francia, l’Assemblea nazionale viene eletta con un sistema uninominale maggioritario a doppio turno. Il Paese è diviso in 577 distretti o collegi uninominali, ciascuno dei quali elegge un deputato. I partiti presentano un candidato per ogni distretto, e talvolta si uniscono per sostenere un candidato comune. Il primo turno si terrà il 30 giugno, e i candidati che ottengono la maggioranza assoluta dei voti nel loro collegio vengono eletti direttamente. Altrimenti, si va al ballottaggio il 7 luglio.

Il sistema elettorale francese, con la sua complessità, fa sì che il partito con più voti al primo turno non abbia necessariamente un peso proporzionale nell’Assemblea. Molto dipende dalla forza dei candidati locali e dalle coalizioni che si formano nei vari distretti. Questa dinamica ha spesso penalizzato i partiti estremisti come il Rn di Le Pen, che nonostante ottimi risultati a livello nazionale, hanno faticato a eleggere deputati.

Un esempio significativo è rappresentato dalle elezioni del 2022, in cui il Rn ha ottenuto un alto numero di voti ma non è riuscito a tradurli in seggi parlamentari. Al contrario, i partiti di centro e di sinistra hanno visto un aumento significativo dei voti tra il primo e il secondo turno, dimostrando la forza delle coalizioni locali.

La speranza di Macron è che l’effetto anti Le Pen possa ancora una volta influenzare l’esito delle elezioni. L’ultimo presidente francese a sciogliere il parlamento in anticipo è stato Jacques Chirac nel 1997, che alla fine vide i socialisti trionfare e un governo guidato da Lionel Jospin.

La storia ci insegna che le elezioni anticipate possono portare a esiti inaspettati, come nel caso di Chirac che, nonostante le difficoltà iniziali, ottenne la riconferma all’Eliseo in un ballottaggio storico contro Jean-Marie Le Pen, padre di Marine. La politica francese è ricca di colpi di scena e il prossimo appuntamento elettorale promette di essere altrettanto avvincente.