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Giacomo Matteotti: Vita e Morte di un Eroe Contro il Fascismo

Il Profilo di un Politico Coraggioso e il Suo Sacrificio per la Libertà

Giacomo Matteotti: Vita e Morte di un Eroe Contro il Fascismo

A cento anni dall’omicidio di Giacomo Matteotti il 10 giugno 2024, il professor Alessandro Barbero è protagonista oggi, 12 giugno 2024, alle 21.15 su La7, di una eccezionale puntata del suo programma “In viaggio”. In questa occasione, si approfondiranno diversi aspetti della vita di Matteotti, concentrandosi sulla sua figura di uomo, la sua battaglia contro il fascismo, il rapimento e il delitto. Matteotti, nato a Fratta Polesine il 22 maggio 1885, è una figura storica di grande rilevanza da tramandare alle generazioni future.

Giacomo Matteotti proveniva da una famiglia benestante, con il padre Girolamo che aveva accumulato una discreta fortuna prima di morire nel 1902. La madre Elisabetta continuò l’attività commerciale di famiglia dopo la sua scomparsa. Matteotti, secondo di tre figli, intraprese gli studi in giurisprudenza all’Università di Bologna laureandosi nel 1907 con una tesi sulla recidiva. Influenzato dal fratello maggiore Matteo, si unì al Partito Socialista Italiano (PSI) intorno al 1900 e iniziò a farsi notare per il suo impegno politico.

Negli anni successivi, Matteotti si distinse per il suo contributo al periodico socialista “La Lotta” di Rovigo e partecipò attivamente alla campagna elettorale. Dopo la tragica morte dei suoi fratelli Matteo e Silvio, attraversò una crisi personale che lo portò a ritirarsi temporaneamente dalla vita politica. Tuttavia, tornò attivo divenendo sindaco di Villamarzana e consigliere in diversi comuni del Polesine, dove si oppose fermamente alla guerra libica e si distinse per il suo antimilitarismo.

Durante la Prima Guerra Mondiale, Matteotti fu internato in Sicilia a causa delle sue posizioni pacifiste. Al termine del conflitto, tornò alla politica attiva e rappresentò i massimalisti elezionisti al congresso di Bologna del 1919. Nel biennio rosso, divenne un punto di riferimento per le lotte bracciantili e contadine, opponendosi con fermezza al fascismo nascente. Nonostante un’aggressione subita dai fascisti nel 1921, Matteotti continuò la sua attività politica e nel 1922 aderì al Partito Socialista Unitario (PSU), diventandone segretario.

Il periodo dal 1923 al 1924 fu particolarmente intenso per Matteotti, che intraprese viaggi all’estero per rafforzare i legami con i movimenti socialisti internazionali. Il 30 maggio 1924 pronunciò un discorso alla Camera dei Deputati denunciando brogli elettorali e violenze fasciste. Il 10 giugno 1924, Matteotti venne rapito da una squadra fascista mentre tornava a casa e il suo corpo fu ritrovato due mesi dopo in un bosco vicino a Roma, con segni evidenti di violenza.

L’assassinio di Matteotti scatenò un’ondata di indignazione in Italia e all’estero, mettendo in crisi il governo Mussolini. Nonostante ciò, il regime riuscì a mantenere il potere. La morte di Matteotti rappresentò un punto di svolta nella storia italiana, trasformando il politico in un simbolo della resistenza al totalitarismo e della lotta per i diritti democratici.

La figura di Giacomo Matteotti rimane un esempio di coraggio e determinazione nel combattere per la giustizia sociale e contro il fascismo, diventando un martire della libertà. Il suo contributo alla storia italiana è fondamentale e merita di essere ricordato e tramandato alle generazioni future.