Economia

Sovvenzioni cinesi sui veicoli elettrici: possibile aumento tariffe UE

Indagine UE su dazi auto elettriche cinesi e rischio guerra commerciale

Sovvenzioni cinesi sui veicoli elettrici: possibile aumento tariffe UE

La Commissione europea ha evidenziato che i veicoli elettrici cinesi stanno ricevendo sovvenzioni statali considerate ingiuste, causando un danno economico ai produttori e ai consumatori europei. Di conseguenza, potrebbero essere aumentate le tariffe sulle importazioni di veicoli di ultima generazione prodotti in Cina, già soggetti a un dazio del 10%. Le discussioni in corso con le autorità cinesi determineranno se tali tariffe verranno effettivamente applicate a partire dal 4 luglio.

L’indagine condotta dalla Commissione per verificare i sussidi destinati ai produttori cinesi di auto elettriche è iniziata il 4 ottobre e i risultati preliminari sono stati resi noti il 12 giugno. In mancanza di un accordo tra Bruxelles e Pechino, verranno introdotti dazi individuali su diversi produttori cinesi: Byd con una tassa del 17,4%, Geely del 20% e Saic del 38,1%. Gli altri produttori cinesi di veicoli elettrici a batteria saranno soggetti a un dazio medio ponderato del 21% se hanno collaborato all’inchiesta, altrimenti al 38,1%.

Alcune eccezioni sono state previste: Tesla, società statunitense che produce in Cina, potrà ricevere un’aliquota del dazio calcolata individualmente. Altre aziende cinesi non incluse nel campione potranno richiedere un riesame accelerato della propria situazione. Le tariffe proposte porterebbero circa due miliardi di euro all’anno nelle casse europee, ma sono considerate provvisorie in attesa di un dialogo con le autorità cinesi per risolvere le questioni individuate in modo compatibile con l’Organizzazione mondiale del commercio e evitare una guerra commerciale.

Il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha sottolineato che l’obiettivo non è chiudere il mercato europeo alle auto elettriche cinesi, ma garantire una concorrenza leale. Il dialogo tra Bruxelles e Pechino rimane aperto, con la speranza di trovare una soluzione prima che le tariffe diventino definitive il 4 luglio.

Il regolamento antisovvenzioni europeo prevede che le indagini debbano concludersi entro 13 mesi dall’apertura, ma dazi provvisori possono essere introdotti dopo nove mesi, come nel caso attuale. Il voto dei 27 Stati membri dell’UE previsto per il 2 novembre sarà vincolante per confermare i dazi definitivi. La speranza è che un accordo possa essere raggiunto entro quel periodo per evitare una guerra commerciale che danneggerebbe entrambi i blocchi.

La Cina ha espresso preoccupazione riguardo alle misure proposte, definendole protezionistiche e minacciando ritorsioni. Bruxelles e Pechino hanno ancora qualche mese per evitare una escalation dannosa per entrambe le parti.

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