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Arresto domiciliare per Giovanni Toti: corruzione e rischio elettorale

Il governatore della Liguria ai domiciliari per corruzione e interferenze elettorali

Arresto domiciliare per Giovanni Toti: corruzione e rischio elettorale

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, rimane ai domiciliari dopo essere stato arrestato il 7 maggio con l’accusa di corruzione. Il gip del tribunale di Genova, Paola Faggioni, ha respinto la richiesta di revoca della misura, sottolineando il persistente pericolo che Toti possa ripetere comportamenti simili in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025, per le quali aveva già avviato la raccolta di fondi.

La decisione di mantenere Toti agli arresti domiciliari è motivata anche dalla sua attuale posizione istituzionale, che potrebbe favorire interessi privati in cambio di finanziamenti. Durante le indagini, sono emerse richieste di intervento da parte di terzi, come Spinelli e Moncada, che coinvolgevano Toti in pratiche amministrative regionali, come l’apertura di nuovi punti vendita Esselunga a Savona e Rapallo e l’approvazione del piano regolatore portuale.

Il gip Faggioni ha evidenziato il rischio che Toti possa continuare a favorire gruppi imprenditoriali e influenzare le testimonianze dei funzionari regionali coinvolti nelle indagini. Questo pericolo diventa ancora più concreto considerando che le indagini sono ancora in corso e che Toti potrebbe riprendere le sue funzioni pubbliche, mettendo a rischio l’integrità delle prove e la corretta ricostruzione degli eventi.