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Controversie e tensioni: il Pride ebraico Lgbtq+ e il conflitto in corso a Gaza

Decisioni, polemiche e solidarietà nel contesto dei Pride nazionali italiani

Controversie e tensioni: il Pride ebraico Lgbtq+ e il conflitto in corso a Gaza

A poche ore dal Pride fissato al 15 giugno in varie città italiane – Roma, Torino, Bergamo, Catania – l’organizzazione ebraica Lgbtq+ Keshet ha annunciato che non parteciperà a nessuna delle parate nazionali. Questa decisione è stata presa a causa dei timori di aggressioni dovuti al clima d’odio, che si sono intensificati a seguito della guerra in corso a Gaza.

Nel comunicato rilasciato, si sottolinea che il linguaggio utilizzato da diverse organizzazioni queer per discutere del conflitto tra Israele e Hamas non tiene conto delle reali implicazioni per le persone ebree in Europa, specialmente durante i Pride. Negli ultimi mesi, sui social media si sono diffusi messaggi che incitano ad una caccia a un ipotetico carro di Israele, mai esistito in nessun pride italiano, ma che si è trasformata in una caccia alle persone ebree e ai simboli ebraici.

Il consigliere comunale di Milano Daniele Nahum ha condiviso su Instagram una foto del Gay Pride di Tel Aviv, sottolineando l’importanza di un evento simile in un contesto come quello del Medio Oriente.

La comunità queer dovrebbe essere consapevole del peso della marginalizzazione e del timore delle persone ebree queer di partecipare al pride rappresenta un fallimento per tutto il movimento. È preoccupante che le persone ebree in Europa siano discriminate e costrette a nascondere le proprie identità, generando un senso di tradimento e abbandono da parte della comunità di appartenenza.

Daniele Nahum su Instagram-2
Daniele Nahum su Intagram

Dal Roma Pride giungono parole di rammarico per la decisione presa dalla Keshet Italia, sottolineando che le porte della manifestazione sono sempre state aperte a tutti, senza distinzioni. Tuttavia, la situazione attuale è delicata e richiede attenzione e sensibilità da parte di tutti.

Il comune di Bergamo ha ritirato il patrocinio al Pride cittadino a seguito di un post degli organizzatori che manifestava solidarietà al popolo palestinese e dichiarava che nella piazza del 15 giugno non sarebbero state gradite bandiere israeliane o inneggianti alla simbologia connessa allo Stato di Israele. Questa decisione ha generato polemiche e tensioni all’interno della comunità Lgbtq, evidenziando le complessità del contesto internazionale.

L’IBergamo Pride ha ribadito il proprio sostegno al cessate il fuoco immediato, contro il genocidio in atto e a favore della fine di ogni violenza, invitando altre associazioni e pride a fare altrettanto. La situazione rimane delicata e richiede un dialogo aperto e costruttivo per affrontare le sfide presenti.

Staff
  • PublishedJune 14, 2024