Atleta a rischio Olimpiadi per atti persecutori: il caso Larsen
Violenta relazione tra tuffatore e ex fidanzata: accuse e conseguenze
Pedinamenti, violenza verbale e aggressioni fisiche hanno caratterizzato la relazione tra il tuffatore azzurro Andreas Sargent Larsen, 25 anni, e la sua ex fidanzata, all’epoca dei fatti 17enne. Larsen è stato chiamato a comparire davanti al tribunale di Roma il prossimo 25 giugno per rispondere di atti persecutori, dopo il rinvio a giudizio.
L’atleta, che si è qualificato per i prossimi Giochi di Parigi, rischia ora la sua partecipazione alle gare. Le accuse mosse dalla ex ragazza, che faceva parte della nazionale di tuffi durante la relazione con Larsen, risalgono a quattro anni fa. Il padre della presunta vittima ha dichiarato in un’intervista a Repubblica: “Mia figlia è stata allontanata dalla nazionale di tuffi per evitare incontri con Andreas, ora rinviato a giudizio, che si prepara per le Olimpiadi”.
La ex fidanzata ha raccontato nella denuncia: “Mi ha stretto il collo fino a farmi sanguinare, mi ha soffocata due volte con un cuscino. Quando perdeva la calma, fermava l’auto e mi costringeva a scendere, minacciando di schiantarsi e di voler morire. Era ossessionato dalla paura che potessi frequentare un altro tuffatore e in una trasferta mi ha aggredito davanti a tre allenatori”.
La ragazza ha anche riferito di essere dimagrita di otto chili a causa dei frequenti litigi che non le permettevano di pranzare. Dopo la fine della relazione, durata alcuni mesi, Larsen avrebbe iniziato a pedinarla – almeno dieci volte, come ha dichiarato lei stessa – e ad insultarla pesantemente, anche in pubblico.
Il Coni e il presidente della Federazione Italiana Nuoto, Paolo Barelli, sono a conoscenza della vicenda, ma finora non hanno rilasciato commenti in merito. Nel frattempo, essendo Larsen tesserato anche per le Fiamme Oro, la polizia ha provveduto al ritiro della sua pistola d’ordinanza.
