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Vertice di pace per l’Ucraina: sfide e prospettive

Analisi delle trattative internazionali e delle posizioni dei principali attori coinvolti

Vertice di pace per l’Ucraina: sfide e prospettive

Il Vertice di pace per l’Ucraina si è concluso in Svizzera con una forte riaffermazione della necessità di difendere i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati. È stato sottolineato che il dialogo tra tutte le parti coinvolte è essenziale per porre fine al conflitto bellico.

Il comunicato finale non ha ricevuto la firma di tutti i partecipanti, con 12 nazioni di peso come India e Arabia Saudita che hanno deciso di non aderire. Questi paesi, che hanno importanti legami commerciali con la Russia in quanto membri del gruppo BRICS, hanno partecipato all’incontro ma hanno scelto di non firmare la dichiarazione congiunta.

La prima conferenza di pace, alla quale non erano presenti né la Russia (non invitata) né la Cina (principale sostenitore di Mosca), ha sottolineato l’importanza dell’integrità territoriale dell’Ucraina, rispondendo in modo chiaro alle richieste di Putin che mirava a ottenere quattro regioni significative.

Nonostante due anni e quattro mesi di guerra, Mosca non è riuscita a conquistare alcuna capitale di oblast ucraina. Le richieste di Putin, che includevano centri importanti come Zaporizhzhia e Kherson e vaste aree di territorio, sono state considerate inaccettabili.

Le aspettative erano che tutte le delegazioni condannassero l’invasione russa, ma ciò non è avvenuto. Il futuro rimane incerto: Kiev si dichiara pronta a continuare i colloqui di pace con la Russia solo se Mosca ritirerà le truppe da tutto il territorio ucraino, ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di fermare il presidente russo in ogni modo possibile, sia attraverso mezzi militari che diplomatici.

L’Occidente, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Europa al Giappone, sostiene senza riserve l’Ucraina, mentre il cosiddetto Sud Globale sembra ancora distante dall’essere coinvolto nel processo di pace. Si discute la possibilità che il presidente russo Vladimir Putin partecipi a un secondo vertice globale per la pace, nonostante il mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale.

Il documento finale del vertice ha sottolineato la necessità di restituire il controllo ucraino sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, attualmente occupata dalla Russia. Romano Prodi ha espresso preoccupazione riguardo alla situazione in Ucraina, sottolineando l’importanza delle elezioni negli Stati Uniti per avviare un dialogo significativo.

La strada verso la pace in Ucraina è ancora lunga, con la guerra che ha raggiunto il giorno numero 845. L’Occidente è determinato a non accettare una resa dell’Ucraina e a perseguire una soluzione che rispetti i principi di sovranità e integrità territoriale.