Salute e Benessere

L’influenza del ciclo mestruale sulle performance sportive femminili

Uno studio rivela sorprendenti risultati sulle atlete e il rischio di infortuni

L’influenza del ciclo mestruale sulle performance sportive femminili

Molte donne non descriverebbero l’arrivo delle mestruazioni come l’apice mentale e fisico del mese. Eppure sembra che sia proprio così, almeno nello sport.

A dimostrarlo è un nuovo studio dello University College di Londra, pubblicato sulla rivista Neuropsychologia. La ricerca, a dire il vero, nasce per scoprire se le oscillazioni ormonali legate al ciclo mestruale possono influenzare in qualche modo il rischio di infortunio delle atlete.

Con la diffusione sempre più ampia degli sport professionistici femminili, infatti, stanno crescendo anche il numero di infortuni sofferti dalle sportive. E alcune ricerche sembrano indicare che i numeri siano, almeno in alcuni sport, superiori a quelli che sperimentano gli atleti di sesso maschile.

Le spiegazioni possibili sono molte: può essere questione di allenamento e di tecnica, e di una minore attenzione da parte degli allenatori verso il rischio di infortunio delle atlete, tutte possibilità da non escludere visto che lo sport femminile sta vivendo un forte sviluppo proprio in questi anni, e può quindi mancare ancora un po’ di quella esperienza maturata ormai da tempo in quello maschile.

Non può essere escluso però che dietro agli infortuni delle atlete di sesso femminile ci sia una qualche specificità biologica. E una delle possibilità sul tavolo è che siano proprio le mestruazioni, con i tanti cambiamenti fisiologici che impongono all’organismo, a modificare le performance delle atlete, e quindi ad esporle a maggiori rischi di infortunio in alcune fasi del ciclo mestruale.

Per indagare la faccenda, i ricercatori inglesi hanno reclutato 96 atleti di sesso maschile e 105 di sesso femminile, di cui 47 assumevano contraccettivi ormonali (e non sperimentavano, quindi, le mestruazioni).

I partecipanti sono stati sottoposti a una batteria di test pensati per misurare le loro capacità cognitive e i loro tempi di reazione, caratteristiche che a detta dei ricercatori possono influenzare il rischio di infortuni, soprattutto in sport che richiedono coordinazione e decisioni lampo, e in cui si utilizzano palloni o altri oggetti da prendere o colpire in movimento.

I test sono stati ripetuti a 14 giorni di distanza, in modo da catturare i possibili cambiamenti legati alla fase del ciclo mestruale. E i risultati sono stati in qualche modo inattesi.

Se tra i due sessi non sono emerse differenze nei tempi di reazione e nell’accuratezza, tra le sportive la situazione era diversa. Le donne che non assumevano contraccettivi orali hanno infatti ottenuto risultati migliori delle altre proprio in corrispondenza con le mestruazioni. E questo nonostante le stesse riferissero di sentirsi giù sul piano fisico e dell’umore in quel periodo del mese.

Di contro, i risultati delle atlete sono risultati peggiori durante l’ovulazione e nella parte finale della fase luteinica (quella seguente).

La cosa sorprendente è che le performance delle partecipanti sono risultate molto migliori quando avevano il ciclo, cosa che confuta quello che le donne, e probabilmente la società più in generale, pensano delle loro abilità in quel particolare momento del mese, commenta Flaminia Ronca, ricercatrice dello University College di Londra che ha partecipato allo studio.

Spero che questo getti le basi per un dialogo più costruttivo tra atlete e allenatori sulla percezione delle loro performance: come ci si sente non sempre riflette le nostre reali condizioni.