Politica

Caporalato e Sicurezza sul Lavoro in Italia: Il Caso di Satnam Singh

Un dramma umano che mette in luce le criticità del sistema lavorativo italiano

Caporalato e Sicurezza sul Lavoro in Italia: Il Caso di Satnam Singh

La morte di Satnam Singh, il bracciante di origini indiane, ha scosso l’opinione pubblica per la tragica vicenda che lo ha visto coinvolto. L’uomo è stato trovato con un braccio amputato fuori dalla sua abitazione, dopo un grave incidente sul luogo di lavoro, dove operava in nero per meno di cinque euro l’ora. Questo drammatico episodio ha suscitato lo sdegno unanime del mondo politico, che si interroga su come prevenire simili tragedie.

Le leggi esistono, ma spesso non vengono applicate correttamente. La normativa sulla sicurezza sul lavoro, introdotta nel 2008 durante il secondo governo Prodi, è stata redatta in seguito alla strage della ThyssenKrupp, dove sette operai persero la vita carbonizzati. Nonostante ciò, molte di queste norme sono rimaste inattuate a causa della mancanza dei decreti attuativi da parte dei vari governi succedutisi. Inoltre, la legge 199 del 2016 ha riconosciuto il caporalato come reato e ha previsto misure più severe. Tuttavia, l’attuazione di queste disposizioni è ancora limitata, con poche aziende agricole che si sono registrate presso la Rete del lavoro agricolo di qualità, un’iniziativa prevista dalla legge.

Il caporalato è un fenomeno diffuso in tutta Italia, con tassi di irregolarità occupazionale che raggiungono il 40% in alcune regioni del Sud e tra il 20% e il 30% nelle regioni del Centro-Nord. Mentre i grandi della Terra si godono lusso e raffinatezza, nelle campagne si verificano situazioni di sfruttamento e schiavismo, come evidenziato nel recente Rapporto Agromafie e Caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil.

La ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, ha espresso profondo dolore per l’accaduto, sottolineando la necessità di perseguire chi commette atti così barbari. Le istituzioni devono intensificare gli sforzi nel contrastare il lavoro sommerso e promuovere una cultura del lavoro moderna. Anche il governo attuale si è impegnato a contrastare il caporalato, ma al momento le misure adottate sembrano essere ancora sulla carta, secondo quanto affermano i sindacati.

La segretaria confederale Cgil, Maria Grazia Gabrielli, ha denunciato il sistema di sfruttamento e irregolarità che coinvolge migliaia di migranti in cerca di lavoro nel nostro Paese. Questi lavoratori si trovano spesso in condizioni di estrema precarietà, con salari irrisori, ritmi di lavoro massacranti e violazioni dei diritti umani.

Il Segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha sottolineato la necessità di istituire il reato di omicidio sul lavoro e ha chiesto misure più incisive per contrastare il caporalato. Anche l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, ha condannato l’accaduto, evidenziando la spietatezza del sistema lavorativo parallelo, privo di regole e garanzie per i lavoratori più vulnerabili.

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maria Elvira Calderone (LaPresse)