La tragica morte di Satnam Singh: il centesimo lavoratore straniero deceduto in Italia
Una storia di precarietà e sfruttamento nel mondo del lavoro migrante
Satnam Singh, il trentunenne deceduto mercoledì 19 giugno presso l’ospedale San Camillo di Roma, è il centesimo lavoratore straniero morto quest’anno in Italia, il decimo proveniente dall’India. La sua tragica fine, causata da un incidente avvenuto lunedì 17 nei campi di Borgo Santa Maria (Latina), ha suscitato orrore e rabbia. È importante evidenziare che Satnam Singh era un lavoratore clandestino, privo di permesso di soggiorno e senza un contratto regolare, come molti altri migranti. Riceveva un salario irrisorio per un lavoro faticoso, senza diritto a una vita dignitosa, come tanti altri nella sua stessa condizione, tra cui la moglie Alisha.
La sua morte, causata dall’incidente con la macchina avvolgiplastica, ha portato alla luce una realtà spesso ignorata: la precarietà e l’insicurezza in cui versano molti lavoratori stranieri in Italia. La famiglia Lovato, coinvolta nell’accaduto, ha minimizzato l’accaduto, attribuendo la responsabilità alla “leggerezza” di Satnam Singh, ignorando le condizioni di sfruttamento e vulnerabilità in cui versava.
Il progetto “Morti di lavoro“, curato dal giornalista Piero Santonastaso, si propone di documentare e sensibilizzare sull’alto numero di incidenti sul lavoro, al di là delle statistiche ufficiali. Nel giugno 2024, sono già stati registrati 70 infortuni mortali, con un totale di 534 nel corso dell’anno. La Lombardia si conferma come la regione con il maggior numero di decessi sul lavoro, seguita dalla Campania, dall’Emilia Romagna e dal Veneto.
La morte di Satnam Singh rappresenta un tragico esempio delle condizioni precarie in cui operano molti lavoratori stranieri in Italia, spesso privi di diritti e tutele adeguate. È fondamentale che episodi come questo non vengano dimenticati e che si lavori per garantire maggiori protezioni e regolarizzazioni per tutti i lavoratori, indipendentemente dalla loro provenienza.