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Scandalo incidente sul lavoro: la Rai sotto accusa

Indagini e polemiche sull'approccio comunicativo della televisione pubblica

Scandalo incidente sul lavoro: la Rai sotto accusa

Hanno suscitato grande indignazione le parole di Renzo Lovato, padre del titolare dell’azienda agricola di Latina in cui è avvenuto l’incidente sul lavoro che ha causato la morte di Satnam Singh, il bracciante di origini indiane che suo figlio Antonello ha abbandonato fuori la sua abitazione con il braccio tranciato da un macchinario dentro una cassetta per la frutta.

Antonello Lovato è l’uomo indagato per aver abbandonato (amputato) Satnam Singh. Il padre ha dichiarato: “Avevo avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma il lavoratore ha fatto di testa sua, una leggerezza purtroppo. Il dispiacere che c’è per un ragazzo che purtroppo è morto sul lavoro, che non dovrebbe mai succedere. Una leggerezza che è costata cara a tutti.”

Queste parole non mostrano alcun segno di pentimento e risultano in netto contrasto con le condizioni in cui il trentunenne, sfruttato e pagato in nero, era costretto a lavorare.

La senatrice del Partito Democratico, Susanna Camusso, ha criticato l’approccio della Rai, definendolo vergognoso, e ha annunciato un’iniziativa parlamentare per approfondire la vicenda. Camusso ha dichiarato: “Stiamo depositando un’interrogazione parlamentare su quanto avvenuto perché chiederemo conto alla Rai e al dicastero di riferimento di relazionare su questo approccio comunicativo letteralmente vergognoso.”

I datori di lavoro sono i responsabili della sicurezza sui luoghi di lavoro e devono assicurarsi che siano presenti tutti i dispositivi di sicurezza necessari e funzionanti quando un lavoro richiede l’utilizzo di macchinari particolarmente pericolosi.

La Rai, attraverso il Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci, ha affrontato la vicenda della morte di Satnam Singh in maniera inadeguata, secondo molte critiche. Nell’edizione delle 20 del Tg1, sono state fornite informazioni sul tragico episodio solo al diciassettesimo minuto. Inoltre, la voce scelta per narrare la vicenda è stata quella del padre del datore di lavoro, indagato per omicidio e omesso soccorso, il quale ha rilasciato affermazioni raccapriccianti.

Il giornalista della Rai avrebbe potuto porre domande più incisive, come il motivo per cui il figlio del signore intervistato non ha chiamato immediatamente il 118 e perché il bracciante lavorava senza un contratto regolare e sotto caporali. L’approccio comunicativo della Rai non è stato all’altezza di un servizio pubblico, il cui compito principale dovrebbe essere quello di informare la cittadinanza anziché rilasciare giudizi finalizzati a far negare le proprie responsabilità.