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Infiltrazione della ‘ndrangheta all’Arena di Verona: il caso Tosi-Chiavegato

Scandalo politico e crimine organizzato nell'iconica location veronese

Infiltrazione della ‘ndrangheta all’Arena di Verona: il caso Tosi-Chiavegato

Oggi, domenica 23 giugno 2024, la puntata odierna di Report, il programma trasmesso su Rai 3 condotto da Sigfrido Ranucci, presenta quattro nuove inchieste, una delle quali si concentra sull’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’Arena di Verona, celebre location per eventi di grande risonanza. Durante il servizio, viene coinvolto l’ex sindaco di Verona, il quale reagisce in modo critico alle dichiarazioni degli inviati del programma, Andrea Tornago e Walter Molino. Scopriamo insieme i dettagli emersi durante l’intervista.

La presenza della ‘ndrangheta all’Arena di Verona

Nel periodo compreso tra il 2007 e il 2017, sotto la gestione del sindaco Flavio Tosi, la Eurocompany, una rete di cooperative attiva nel settore del facchinaggio con un fatturato di 26,7 milioni di euro, di proprietà di Giorgio Chiavegato, ha ottenuto tutti gli appalti per il montaggio e lo smontaggio delle scenografie e dei palchi dell’Arena. Tuttavia, sembra che nessuno abbia mai sollevato dubbi in merito. L’imprenditore è accusato di vari reati fiscali, inclusa la falsificazione di fatture, con l’aggravante di favorire la ‘ndrangheta: alcune società e cooperative venete e calabresi emettevano fatture gonfiate o per servizi mai effettuati a favore della Eurocompany, agevolando così il riciclaggio di denaro sporco proveniente dalla criminalità organizzata.

Di conseguenza, i due inviati hanno deciso di confrontarsi direttamente con l’ex sindaco di Verona per approfondire la situazione, specialmente dopo che Chiavegato ha ammesso che una parte dei profitti veniva destinata a finanziare la campagna elettorale di Tosi. Secondo le sue parole: “Distribuzione di volantini, affissioni a nome della Lega, abbiamo emesso la fattura e lui l’ha pagata. La mia impressione è che Tosi sia coinvolto in tutto questo”. Infatti, Chiavegato lo considera il “vertice politico del Sistema Verona”.

La reazione infuocata di Tosi

Una volta raggiunto l’ex sindaco, Tornago e Molino gli hanno posto domande sui suoi legami con Domenico Mercurio, collaboratore di giustizia che ha rivelato come Chiavegato distribuisse denaro, di cui una quota (il 25%) finiva nelle campagne elettorali di Tosi. Quest’ultimo, però, ha reagito con irritazione alla domanda, esclamando: “Siete diffamatori seriali. Inventate le notizie, praticamente tutto ciò che trasmettete è falso, fazioso, di parte. Parlo seriamente, vi conosco”. Ha poi sottolineato che i tribunali hanno dichiarato Mercurio non attendibile (sebbene per i magistrati sia considerato attendibile).

Cosa ha rivelato Mercurio a Report? “Ogni mese porto 150 mila euro in contanti in una busta. Chiavegato divide il denaro: il 25% viene destinato alle spese delle campagne elettorali per conto di Tosi. Del restante 75%, una parte è trattenuta da lui, una parte viene data ai politici che all’interno del Comune alterano le gare d’appalto a favore della Eurocompany, e infine una parte va a Elio Nicito e a Casali”.