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Achille Lauro: tra verità e finzione, il racconto di un’infanzia controversa

Le dichiarazioni del cantante mettono in discussione il suo passato

Achille Lauro: tra verità e finzione, il racconto di un’infanzia controversa

In occasione del nuovo brano “Banda Kawasaki” e del suo tour in corso, Achille Lauro si è concesso un’intervista a Repubblica, raccontando non solo la sua musica ma anche frammenti della sua vita. Uno dei momenti salienti riguarda la sua infanzia, argomento che ha suscitato interesse anche su Dagospia. Secondo il sito di Roberto D’Agostino, le dichiarazioni di Lauro potrebbero non essere del tutto veritiere.

Il cantante, nato nel 1990 a Verona ma cresciuto a Roma, ha parlato del suo passato con queste parole: “Sono cresciuto in un ambiente in cui la cultura non era considerata. Vivendo in un contesto traumatico, ho cercato di normalizzare tutto, ma alla fine ho sviluppato una sorta di allergia verso certi comportamenti, sentendomi insignificante. Questo ha alimentato la mia curiosità e mi ha insegnato ad apprendere dagli altri. Il pensiero più spaventoso era quello di diventare una persona senza radici, senza un posto nel mondo.” Aggiungendo poi: “Ringrazio però di aver conosciuto quella realtà, a Roma c’è poesia ovunque, anche nella delusione. È molto pasoliniana. Il fatto di aver fuso tanti generi e storie mi ha permesso di non avere semplici ascoltatori.”

In un’intervista al Corriere della Sera, Lauro aveva già toccato argomenti simili, affermando: “La malavita e la criminalità mi hanno fatto crescere con modelli sbagliati. Qualcuno diceva che Roma non era corrotta, ma corruttrice. Mi sono reso conto di essere cresciuto in una bolla distorta che mi avrebbe portato al fallimento.”

Dagospia ha replicato alle dichiarazioni del cantante, mettendo in discussione la sua versione della storia. Il sito ha commentato in modo tagliente le parole di Lauro, sottolineando il contrasto tra la sua infanzia “pasoliniana” e le sue origini familiari benestanti, con il padre Nicola magistrato della Corte di Cassazione e il nonno prefetto. Secondo Dagospia, la narrazione di Achille Lauro potrebbe non coincidere con la realtà effettiva. La verità, come spesso accade, rimane un mistero.