Politica

Doppio turno e elezioni: il dibattito sulla legge elettorale

Analisi sulle proposte di modifica e gli effetti sul sistema politico

Doppio turno e elezioni: il dibattito sulla legge elettorale

Doppio turno sì o doppio turno no? I risultati dei ballottaggi hanno visto un’affermazione del Partito Democratico e dei partiti all’opposizione del governo guidato da Meloni, riaccendendo il dibattito sulla legge per l’elezione dei sindaci. Questa legge prevede un secondo turno e favorisce gli apparentamenti che annullano le divisioni nei vari schieramenti, sia a livello di segreterie di partito che di elettorato.

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha proposto di modificare le regole, suggerendo un modello simile a quello delle elezioni in Sicilia, dove per accedere al ballottaggio è necessario superare una soglia minima del 40 per cento. Questa ipotesi è stata respinta dalle opposizioni, che minacciano di opporsi. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha accusato La Russa di non voler accettare la sconfitta e di voler “scappare col pallone”.

Il costituzionalista di area dem Stefano Ceccanti ha commentato l’argomento, sottolineando che il doppio turno favorisce il centrosinistra. Ceccanti ha evidenziato che, nella maggior parte dei casi, i candidati eletti al secondo turno ricevono un numero di voti superiore rispetto al primo arrivato al primo turno. Questo dimostra che i cittadini tendono a dare un secondo voto, confermando il successo del modello.

Ceccanti ha anche sottolineato l’importanza della democrazia nel dare ai cittadini la possibilità di esprimersi due volte, sottolineando l’aspetto educativo e pedagogico del processo elettorale. Ha evidenziato che la regola della vittoria con il 50 per cento più uno al primo turno contribuisce a de-radicalizzare il voto, spingendo a mobilitare e convincere gli elettori incerti.

Sebbene il centrosinistra sia favorito dal doppio turno, Ceccanti ha precisato che il centrodestra fa una valutazione parziale e errata. Ha spiegato che il centrosinistra è più frammentato e litigioso, tendendo a presentarsi diviso al primo turno per poi ricompattarsi al secondo. Cambiando il sistema elettorale, è probabile che il centrosinistra si presenterebbe unito per le elezioni locali.

Infine, Ceccanti ha evidenziato che la sentenza della Corte Costituzionale riguardante il 40 per cento come soglia per assegnare una maggioranza del 55 per cento era pensata per le elezioni parlamentari e non per elezioni dirette. Ha sottolineato che in tutti gli Stati che prevedono elezioni dirette, il doppio turno con maggioranza al 50 per cento più uno è la prassi comune.

Nella discussione sul premierato e sulla legge elettorale con soglia al 40 per cento senza doppio turno, Ceccanti ha espresso la sua contrarietà a cambiare nei comuni. Ha sottolineato che per eleggere un presidente del Consiglio, è fondamentale che venga legittimato dal 50 per cento più uno dei votanti.

Infine, riguardo alla proposta di Giorgia Meloni di abolire il doppio turno, Ceccanti ha evidenziato che nel programma del Pds del 1994 era previsto un sistema simile a quello dei comuni, con la regola del 50 per cento più uno e il doppio turno. Ha sottolineato l’importanza di chiarire le modalità di elezione del premier e di garantire un quorum elevato per preservare la democrazia.