Cronaca

Omicidio a Pescara: giovani agiati uccidono coetaneo per debito di droga

Ricostruzione agghiacciante di un omicidio tra coetanei benestanti

Omicidio a Pescara: giovani agiati uccidono coetaneo per debito di droga

Hanno picchiato, ucciso e tolto la vita a un coetaneo, per poi recarsi al mare in tranquillità. Questo è quanto emerge dalle indagini sull’omicidio di Thomas Christopher Luciani, il 16enne brutalmente ucciso a coltellate da due coetanei a Pescara. I ragazzi coinvolti provengono da famiglie agiate: uno è figlio di un avvocato, l’altro di un graduato dei carabinieri. Il militare, padre di uno degli aggressori, dichiara: “Non mi assolvo e mio figlio dovrà ricordare che ha visto morire un ragazzo.”

La ricostruzione dell’omicidio è agghiacciante. Alla base del tragico evento sembra esserci stato un debito di droga non saldato, ammontante a 200-250 euro. Thomas è stato attirato in una trappola nel parco Baden Powell e colpito almeno 25 volte con un coltello. Persino quando era già a terra, senza vita, i suoi aguzzini hanno continuato a colpirlo ripetutamente. Dopo l’atroce gesto, i due giovani sono semplicemente andati via per recarsi a fare il bagno al mare.

L’orrore è venuto alla luce quando uno dei responsabili ha confessato ai genitori, tre o quattro ore dopo il delitto, ciò che era accaduto. Un testimone vicino a uno dei due ragazzi arrestati ha rivelato: “Non abbiamo pensato a chiamare nessuno, né la polizia né un’ambulanza.”

Il corpo di Thomas sarà sottoposto ad autopsia per chiarire la dinamica dell’omicidio e determinare le cause e i tempi della sua morte. Le testimonianze convergono nel descrivere l’accaduto come una vera e propria carneficina.

Le indagini proseguono con l’analisi dei telefoni degli indagati. Sono emerse foto scattate in spiaggia, in cui i due giovani appaiono in posa con atteggiamento fiero, mentre Thomas era già stato ucciso. Queste immagini sono state incluse nel decreto di fermo emesso dalla Procura presso il tribunale per i Minorenni de L’Aquila.

Il padre del ragazzo coinvolto nell’omicidio, un carabiniere, ha dichiarato: “Non solo non mi assolvo come padre, ma nessun adulto può farlo davvero.” Esprime il desiderio che suo figlio possa migliorare la propria vita e portare con sé il ricordo dell’orrore che ha vissuto. Ammette di aver chiesto al figlio informazioni sulle sue attività, ma di essere stato ingannato sulle sue frequentazioni.

Staff
  • PublishedJune 27, 2024