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Emma Marrone: Un Appello Contro il Body Shaming

La cantante difende la bellezza di ogni corpo e lotta contro i giudizi negativi

Emma Marrone: Un Appello Contro il Body Shaming

Da un palco all’altro, in tutta Italia, Emma Marrone sta trascorrendo l’inizio di questa estate. Proprio ieri sera, durante un concerto ad Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, la cantante ha replicato alle critiche ricevute negli ultimi giorni sul suo look e sul suo corpo.

Emma ha preso la parola davanti al pubblico presente, affrontando il tema del body shaming con grande sincerità. Ha dichiarato: “Chissà domani sui social cosa scrivono sul mio corpo, che non va bene. A me non me ne frega niente.” Rivolgendosi soprattutto alle ragazze giovani, ha aggiunto: “Ogni corpo ha la sua dignità, ogni corpo ha la sua bellezza, la perfezione non esiste e se esiste ci ha messo mano un chirurgo, credetemi.”

La cantante ha lanciato un appello potente contro il body shaming, incoraggiando tutti a mostrarsi senza vergogna e senza pudore. Ha sottolineato: “Non sono arrivata a 40 anni per farmi dire da 4 ignoranti come mi devo vestire. Vado orgogliosa del mio corpo. Questo corpo ha combattuto un sacco di battaglie e se voglio salire nuda su un palco credo di potermelo permettere, indipendentemente da tutto.”

Emma ha esortato il pubblico a sentirsi liberi di esprimersi come meglio credono per sé stessi, sottolineando che chi giudica probabilmente ha una vita talmente a pezzi che l’unica cosa che gli rimane è parlare male degli altri. Ha concluso il suo discorso con un messaggio di fiducia e accettazione di sé stessi: “Siate sempre fiere e fieri di voi stessi e non abbiate mai il pudore di mostrare il vostro corpo per quello che è. Siamo qua, respiriamo, siamo vivi, ed è bello mostrarci come siamo, anche se ci sono dei difetti, anzi i difetti fanno la meraviglia di quello che siamo. Fidatevi.”

Le parole di Emma hanno suscitato applausi e sono già diventate virali sui social, diffondendo un messaggio di accettazione di sé e di lotta contro il body shaming.