Cronaca

Madre condannata per aver ridotto il figlio disabile alla fame

Drammatica vicenda di maltrattamenti e abbandono a Torino

Madre condannata per aver ridotto il figlio disabile alla fame

Un figlio disabile abbandonato, costretto a cercare cibo tra i rifiuti dei vicini di casa, ridotto a trenta chili a vent’anni. Una madre è stata condannata a Torino a 5 anni e 4 mesi, insieme al suo compagno, per aver ridotto il figlio alla fame. Il procuratore aggiunto Cesare Parodi ha descritto la situazione come drammatica, affermando che il giovane sarebbe morto in poche ore se non fosse stato soccorso. Le condizioni in cui si trovava erano così gravi che Parodi ha fatto un parallelo con i campi di concentramento.

Il giovane, affetto da un ritardo mentale, presentava lividi sul corpo e vermi che fuoriuscivano dalle orecchie quando è stato ricoverato in ospedale, in condizioni di estrema magrezza e incoscienza. Dopo due mesi di cure, è stato trasferito in una comunità-alloggio per continuare il percorso di recupero. Le accuse contro la madre e il compagno includono violenze, costrizioni al letto con cinghie, sopraffazioni e privazioni di cibo, oltre a condizioni igieniche pessime che hanno portato alle condizioni cliniche riscontrate in ospedale il 7 agosto 2021.

La fame era tale che i vicini hanno raccontato di aver visto il giovane rovistare tra i rifiuti nel loro giardino per cercare qualcosa da mangiare. La madre, che ha altre due figlie, ha cercato di giustificarsi dicendo che spettava al compagno prendersi cura del ragazzo mentre lei lavorava. Il tribunale li ha condannati per maltrattamenti e lesioni, sospendendo la potestà genitoriale per la madre e stabilendo un risarcimento di 25mila euro per il ragazzo.