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La sfida di Joe Biden: restare in corsa o cedere alle pressioni?

La famiglia si riunisce a Camp David mentre crescono i dubbi sull'idoneità del candidato democratico

La sfida di Joe Biden: restare in corsa o cedere alle pressioni?

Dopo le difficoltà incontrate nel primo dibattito contro Donald Trump, la famiglia di Joe Biden si è riunita ieri a Camp David per esortarlo a restare in corsa e a continuare a combattere. Tuttavia, fonti vicine alla famiglia hanno rivelato al New York Times che alcuni membri del clan hanno manifestato in privato frustrazione per la preparazione dell’evento da parte dello staff di Biden.

Uno dei sostenitori più ferventi affinché Biden non ceda alle pressioni per abbandonare è stato suo figlio Hunter Biden, a cui il presidente si è rivolto per consigli. Secondo le fonti del Nyt, Hunter Biden desidera che gli americani vedano suo padre nella versione che lui conosce – combattivo e padrone dei fatti – anziché il presidente indebolito e anziano che è stato mostrato giovedì sera.

Joe Biden ha anche chiesto idee ai suoi consiglieri su come procedere, mentre il suo staff ha discusso la possibilità di organizzare una conferenza stampa o concedere interviste per cambiare radicalmente la narrativa che lo vede in difesa da tempo. Tuttavia, finora tali strategie non hanno sortito effetto e nulla è stato ancora deciso.

Nonostante i donatori non abbiano abbandonato Biden, cresce il numero di elettori che nutrono dubbi sulla sua idoneità. Un sondaggio condotto dalla Cbs dopo il dibattito televisivo ha rivelato che il 72% degli elettori registrati non ritiene Biden mentalmente idoneo a guidare gli Stati Uniti, un aumento significativo rispetto al 65% espresso in un sondaggio precedente. Anche il 45% dei democratici intervistati ha suggerito che Biden dovrebbe lasciare spazio a un altro candidato.

Attualmente, non ci sono alternative reali all’attuale presidente, poiché figure come la vice Kamala Harris, il governatore della California Gavin Newsom e la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer non sembrano essere nomi validi. Inoltre, un eventuale cambio di candidato sarebbe estremamente complicato senza il consenso di Biden stesso, e potrebbe causare divisioni all’interno del partito durante la convention di Chicago dal 19 al 22 agosto.

Il deputato del Maryland Jamie Raskin, alleato dei democratici e della Casa Bianca, ha definito la situazione “difficile” in un’intervista alla rete MSNBC. A quattro mesi dalle elezioni, il rischio è che un cedimento di Biden possa compromettere l’intero partito democratico, portando alla perdita della Camera e del Senato e consegnando gli Stati Uniti ai repubblicani, sempre più orientati verso posizioni trumpiste.

Raskin ha sottolineato che sono in corso “conversazioni molto oneste, serie e rigorose a ogni livello del nostro partito”, ma ha chiarito che la decisione finale spetta esclusivamente a Biden. Nonostante ciò, fino alle elezioni di novembre, tutto può ancora accadere.