Cronaca

Tragedia dell’ascensore a Fasano: manutenzione e sicurezza in Italia

La morte di Clelia Ditano e le responsabilità sulla manutenzione degli ascensori

Tragedia dell’ascensore a Fasano: manutenzione e sicurezza in Italia

Il blocco dell’ascensore in modo così insolito ha destato preoccupazione. Quando abbiamo capito che la persona non era in casa, abbiamo cercato di contattarla telefonicamente e ci siamo resi conto che si trovava nel vano dell’ascensore. È stato chiaro che qualcosa di grave era accaduto e abbiamo immediatamente lanciato l’allarme.

A distanza di 24 ore dalla tragica morte di Clelia Ditano, 26 anni, precipitata nel vano dell’ascensore di un edificio a Fasano, in provincia di Brindisi, emerge la questione cruciale della responsabilità della manutenzione degli ascensori.

La giovane, impiegata presso un b&b della zona, viveva con i genitori al quarto piano di un condominio in via Saragat. Secondo quanto riportato dai colleghi di BrindisiReport, dopo essere rientrata a casa la sera della domenica, sarebbe tornata indietro. La porta dell’ascensore era ancora aperta, ma la cabina, per motivi da chiarire, si era spostata al primo piano. La caduta è stata fatale per Clelia Ditano.

Luca Incoronato, direttore di Anacam, l’Associazione nazionale delle imprese di costruzione e manutenzione ascensori, ha spiegato che per mantenere gli ascensori in funzione è necessario affidarli a una ditta specializzata con personale tecnico abilitato e in possesso del patentino di ascensorista. Questa abilitazione viene rilasciata dalla Prefettura dopo aver superato un esame teorico e pratico.

In Italia, è obbligatoria una manutenzione periodica da parte di una ditta specializzata che, almeno ogni sei mesi, verifichi tutti i dispositivi di sicurezza dell’ascensore e li annoti sul libretto dell’impianto. È inoltre necessario effettuare visite di manutenzione preventiva in base alle esigenze specifiche dell’impianto.

Anacam specifica che per una manutenzione conforme alla legge, il manutentore deve svolgere due tipi di attività sull’impianto: visite di manutenzione preventiva e visite per verificare l’integrità dei dispositivi di sicurezza. Mentre per la seconda tipologia di attività è prevista una frequenza minima di una volta ogni sei mesi, per le visite di manutenzione preventiva non è stabilita una frequenza precisa, ma dipende dalle caratteristiche dell’impianto.

È fondamentale che il manutentore effettui un’ispezione iniziale dettagliata per valutare lo stato dell’impianto e stabilire un programma di manutenzione in base alle sue condizioni e all’utilizzo.

In Italia, non è stata seguita la Raccomandazione della Commissione europea che invitava gli Stati membri ad adeguare il livello di sicurezza degli ascensori al livello richiesto dalla direttiva europea. La normativa italiana in materia di ascensori è regolata dal decreto del Presidente della Repubblica del 30 aprile 1999, che ha recepito la direttiva ascensori 95/16/CE, ora sostituita dalla direttiva 2014/33/UE.

Secondo la normativa, gli installatori sono responsabili della progettazione, fabbricazione e installazione degli ascensori e devono dichiararne la conformità e apporre la Marcatura CE. In Italia, la legge sulla manutenzione degli ascensori è il dpr 162 del ’99, che segna il divario tra le normative nazionali ed europee.

Mentre alcuni Stati membri europei hanno modernizzato i loro impianti ascensori, in Italia non è mai avvenuto, nonostante le pressioni e le proposte. Un decreto proposto anni fa dall’ex ministro Scajola fu bocciato dal Tar del Lazio. Attualmente, gli impianti in Italia devono rispettare le normative di sicurezza dell’anno di installazione, ma devono essere adeguati quando necessario.

Clelia Ditano
Clelia Ditano

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Staff
  • PublishedJuly 2, 2024