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Elezioni nel Regno Unito: Trionfo annunciato per Keir Starmer e il Partito Laburista

Le previsioni indicano una vittoria schiacciante e un cambio epocale nella politica britannica

Elezioni nel Regno Unito: Trionfo annunciato per Keir Starmer e il Partito Laburista

Dopo sei settimane di intensa campagna elettorale nel Regno Unito, finalmente è giunto il momento decisivo per i britannici. Oggi è il giorno in cui verrà scelto il prossimo primo ministro, e le previsioni indicano che sarà Keir Starmer a guidare il paese. Il Partito Laburista, guidato da Starmer, ha mantenuto un costante vantaggio sopra il 40% rispetto ai conservatori, attualmente al potere con Rishi Sunak, i quali si trovano in una situazione critica con appena il 20% di consensi, la metà rispetto ai loro avversari.

La sproporzione tra i due partiti potrebbe essere ancora più evidente in Parlamento, a causa del sistema elettorale britannico basato su collegi uninominali a turno unico, noto come “first-past-the-post”, che prevede l’elezione del candidato con il maggior numero di voti. Di conseguenza, il previsto 20% dei conservatori non si tradurrà necessariamente in un 20% dei 650 seggi del Parlamento di Westminster, ma potrebbero essere anche meno.

Le previsioni più pessimistiche indicano che i conservatori potrebbero conquistare solo 53 seggi, mentre le più ottimistiche parlano di circa 100. Al contrario, i laburisti sono proiettati a ottenere oltre 400 seggi, il che garantirebbe a Starmer la possibilità di governare senza ostacoli nei prossimi cinque anni, anche se non sono attesi grandi cambiamenti o rivoluzioni da parte sua.

Secondo l’ultima previsione Mrp di Survation, è quasi certo al 99% che i laburisti conquisteranno circa 484 seggi, un aumento significativo rispetto ai 206 attuali. La previsione più bassa assegna al Labour 447 seggi, lasciando ai Tories una media di soli 64 deputati, un netto calo rispetto ai 345 attuali.

Keir Starmer, il leader del Labour, è una figura centrale in questa tornata elettorale. Le proiezioni di YouGov indicano che i laburisti potrebbero ottenere 431 seggi, con una maggioranza di 212, la più ampia per un singolo partito dal 1832. Al contrario, More in Common suggerisce che il partito di Sunak potrebbe conquistare solo 126 seggi, portando i laburisti a 430 seggi. In entrambi i casi, sarebbe una sconfitta clamorosa per il premier uscente.

Questa potenziale vittoria rappresenterebbe un trionfo per Starmer, che potrebbe superare il record storico di Tony Blair nel 1997, quando il Labour ottenne 179 parlamentari in più rispetto ai suoi avversari. I sondaggi indicano che il partito di Nigel Farage, Reform Uk, si attesterà intorno al 16%, mentre i LibDem all’11% e i Green al 3%, con previsioni di eleggere solo pochi deputati ciascuno.

La campagna elettorale è stata caratterizzata da toni piuttosto pacati, con i conservatori che, consapevoli della probabile sconfitta, si sono concentrati principalmente sull’avvertire il pubblico del pericolo di un presunto “Stato socialista monopartitico” in caso di supermaggioranza laburista. Tuttavia, persino la stampa tradizionalmente favorevole ai Tory, come il tabloid The Sun e il quotidiano The Times, hanno espresso il loro sostegno a Starmer.

Nonostante la situazione sembri favorevole per i laburisti, si è invitato gli elettori a non fidarsi troppo dei sondaggi e a recarsi a votare per garantire il risultato desiderato.

La vittoria dei laburisti sembra ormai inevitabile, segnando la fine di un’era conservatrice durata 14 anni, iniziata con l’elezione di David Cameron nel 2010. Da allora, il Regno Unito ha visto passare cinque primi ministri, e la crisi dei conservatori è iniziata con il referendum sulla Brexit, voluto proprio da Cameron, che ha portato il paese fuori dall’Unione Europea.

Le trattative con Bruxelles che sono seguite al referendum sono state gestite in modo disastroso, e la crisi generata dalla pandemia di coronavirus e dalla guerra in Ucraina non ha fatto che aggravare la situazione. La sanità pubblica britannica versa in condizioni precarie, con gravi carenze di risorse, e il numero di migranti irregolari è in costante aumento nonostante i tentativi di deportazione in Ruanda.

Starmer ha adottato una strategia prudente, evitando polemiche e posizioni estreme, lasciando che i suoi avversari si danneggino da soli. Sin dall’assunzione della leadership del partito, il suo obiettivo principale è stato quello di eliminare le influenze della sinistra e dell’era di Jeremy Corbyn, arrivando persino a espellere l’ex leader di cui era stato stretto collaboratore per anni.

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