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Emergenza estiva: carenza di medici e infermieri nei reparti ospedalieri

L'aumento dei ricoveri mette a rischio la salute del personale sanitario

Emergenza estiva: carenza di medici e infermieri nei reparti ospedalieri

La carenza di medici e infermieri nei reparti di medicina interna rischia di trasformarsi in un’emergenza esplosiva nel periodo estivo. Secondo un’indagine di Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, tra giugno e settembre oltre il 91 per cento dei medici usufruiscono dei 15 giorni di ferie garantiti dal contratto nazionale di lavoro. Questo implica una riduzione degli organici in reparto che varia tra il 21 e il 30 per cento nel 48 per cento dei casi, tra il 30 e il 50 per cento nel 19 per cento dei reparti, mentre la carenza è tra l’11 e il 20 per cento in un altro 21,8 per cento dei casi.

È importante considerare anche il carico di lavoro per chi rimane in servizio, che aumenta notevolmente e spesso costringe a rinunciare al riposo settimanale e a non rispettare l’intervallo delle 11 ore di intervallo giornaliero tra un turno e l’altro. Questo è l’allarme lanciato dai camici bianchi della Fadoi in un incontro con istituzioni sanitarie e parlamentari, teso ad avviare un’indagine conoscitiva sui reparti di medicina interna che rappresentano il cuore pulsante degli ospedali.

A risentire in modo più pesante della carenza di personale sono gli ambulatori, che secondo l’indagine della Federazione diminuiscono le loro attività in più della metà dei casi e chiudono del tutto nel 15 per cento degli ospedali. E, se la chiusura viene scongiurata, lo si deve solamente ai sacrifici sostenuti dai medici per coprire la carenza di personale di per sé cronica.

In tre anni, 11mila medici hanno lasciato gli ospedali pubblici, e c’è allarme per il 2025. Durante l’estate, quasi il 60 per cento dei medici rinunciano ai riposi settimanali e il 26 per cento non vedono garantito l’intervallo delle 11 ore di riposo giornaliero. Più del 40 per cento dei professionisti è poi obbligato a coprire i turni notturni con attività aggiuntive, anche in pronto soccorso.

Uno scenario preoccupante per i reparti di medicina interna, che, spiega Francesco Dentali, presidente di Fadoi, fanno fronte al maggior numero di ricoveri con minore disponibilità di personale rispetto alle altre Unità operative ospedaliere, a causa di una classificazione a bassa intensità di cura che non corrisponde alla complessità medio-alta dei pazienti trattati.