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Operazione antidroga a Bologna: smantellata organizzazione criminale

Arresti e sequestri in un'ampia operazione contro traffico di droga e sfruttamento

Operazione antidroga a Bologna: smantellata organizzazione criminale

Un’organizzazione criminale è stata smantellata in una vasta operazione antidroga condotta dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Bologna. Le indagini, che hanno coinvolto circa cento militari supportati dal servizio aereo del nucleo elicotteri, sono state coordinate dalla DIA e dal pm Roberto Ceroni, con la collaborazione di altri comandi in diverse città italiane.

Nell’operazione sono state emesse 14 ordinanze, che hanno portato all’arresto di 9 persone, una ai domiciliari e 4 sottoposte a obbligo di firma. Altre due persone sono ancora ricercate. I soggetti coinvolti sono 9 cittadini albanesi, due romeni e 3 italiani provenienti dalle province di Catania e Cosenza, con età comprese tra i 20 e i 45 anni, tutti residenti nel territorio bolognese.

Le accuse vanno dall’associazione a delinquere allo spaccio di droga e allo sfruttamento della prostituzione. Durante le indagini è emerso che alcuni membri dell’organizzazione costringevano giovani donne romene alla prostituzione.

Alla guida dell’organizzazione c’era un cittadino albanese di 40 anni, che aveva un lavoro di copertura e impartiva direttive ai suoi complici. Durante intercettazioni, ha dichiarato: “Qui in Italia, se sei furbo, fai i soldi e nessuno ti dice niente”. I trafficanti seguivano regole rigide per evitare di essere individuati, come non toccare la droga con le mani nude e evitare auto vistose.

Le attività illecite dell’organizzazione includevano il traffico di cocaina sul territorio bolognese per almeno 10 anni. Le indagini, avviate nel giugno 2021, hanno portato al sequestro preventivo di beni per un valore di 2 milioni di euro.

I Carabinieri hanno scoperto un giro di circa 70 chili di cocaina in due anni, con un valore di mercato che va dai 38.000 ai 46.000 euro al chilo per il traffico e dagli 80 ai 98 euro al grammo per lo spaccio. I soldi ricavati venivano “ripuliti” attraverso beni immobili, auto e conti correnti intestati a prestanome, ma sempre legati ai membri dell’organizzazione.

La cocaina veniva stoccata in garage nella periferia di Bologna, trasportata in auto con doppio fondo e il denaro proveniente dalle vendite veniva inviato in Puglia tramite autobus, per poi essere reinvestito in Italia dopo essere stato “ripulito” attraverso versamenti effettuati dalle famiglie.