Economia

Tariffe auto elettriche cinesi: impatto sul mercato europeo

Dazi e negoziati tra Ue e Cina: rischio guerra commerciale

Tariffe auto elettriche cinesi: impatto sul mercato europeo

Le tariffe sulle auto elettriche cinesi sono entrate in vigore, con aumenti fino al quasi il 40% su alcuni modelli. Oggi, 4 luglio, era la data stabilita da Bruxelles per ottenere da Pechino degli interventi in risposta alle accuse di aiuti di Stato illegittimi, ma le trattative sono ancora in corso. I dazi sono stati introdotti in via provvisoria nonostante l’opposizione di diversi Stati membri, in particolare la Germania, preoccupata per le conseguenze sui costi per i cittadini e le possibili ritorsioni della Cina, che potrebbero scatenare una guerra commerciale con dazi contro le auto europee, carne di maiale, latticini e altri prodotti agricoli.

La Germania, che ha realizzato un terzo delle vendite automobilistiche in Cina l’anno scorso, si oppone alle tariffe, mentre Francia e Italia le supportano. La maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea sta ancora valutando gli effetti di questa decisione. La questione sarà sottoposta a un voto consultivo tra i membri del Consiglio Ue nelle prossime settimane, rappresentando il primo test ufficiale del sostegno in un caso storico per la Commissione.

L’Ue ha avviato un’indagine il 4 ottobre 2023 sull’esistenza di sussidi ai produttori cinesi di auto elettriche. Dopo l’inchiesta conclusa il 12 giugno, sono stati introdotti dazi individuali su diversi produttori cinesi: Byd con una tariffa del 17,4%, Geely del 20%, e Saic del 38,1%. Si vocifera che queste cifre potrebbero subire lievi modifiche, con il dazio massimo che potrebbe scendere al 37,6% e il minimo al 20,8%. I dazi provvisori saranno applicati come misura precauzionale e saranno riscossi solo se verranno imposti i dazi definitivi a novembre.

Le tariffe colpiranno anche alcune auto europee e statunitensi prodotte in Cina, come quelle di Tesla e Bmw. Tesla, che esporta le auto Model 3 da Shanghai in Europa, è soggetta a una tariffa del 21%, che potrebbe variare quando saranno imposti i dazi definitivi a novembre. Considerando la tariffa del 10% già in vigore, in casi estremi di dazi del 38% il costo all’import potrebbe aumentare fino alla metà.

Le tariffe preliminari saranno applicate da oggi, ma la decisione finale sui dazi compensativi sarà presa a novembre. Nel frattempo, sono in corso negoziati intensi tra Ue e Cina per trovare una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. I Paesi membri dell’Ue voteranno in ottobre sulla possibilità di introdurre dazi pluriennali al termine dei negoziati. Questi dazi potrebbero essere bloccati con un voto a maggioranza qualificata nel Consiglio Ue, richiedendo il sostegno di almeno 15 Paesi rappresentanti il 65% della popolazione dell’Ue.

Le imprese tedesche stanno facendo pressione per influenzare i negoziati. L’associazione automobilistica tedesca Vda ha chiesto a Bruxelles di evitare i dazi, sottolineando i danni che potrebbero arrecare alle case automobilistiche europee e statunitensi che esportano dalla Cina. Esiste il rischio di ritorsioni da parte della Cina con contro-tariffe che colpirebbero duramente l’industria tedesca, data la sua elevata esposizione al mercato cinese.

In una dichiarazione separata, l’amministratore delegato di Bmw, Oliver Zipse, ha definito le tariffe come un “vicolo cieco”, sostenendo che danneggerebbero le aziende globali, rallenterebbero la decarbonizzazione limitando la disponibilità di veicoli elettrici in Europa e non migliorerebbero la competitività dei produttori europei. Nel 2022, il valore delle esportazioni di autovetture dalla Germania alla Cina è stato più di tre volte superiore a quello delle importazioni dalla Cina, mentre il valore delle esportazioni dei fornitori di componenti è stato quattro volte superiore a quello delle importazioni.

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Staff
  • PublishedJuly 4, 2024