Cronaca

Fuga e mistero: il latitante condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio

La storia di Giacomo Bozzoli e la sua fuga in solitudine tra Spagna e Italia

Fuga e mistero: il latitante condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio

Giacomo Bozzoli, latitante dal lunedì dopo essere stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario, prosegue la sua fuga in solitudine. Dopo aver lasciato la compagna Antonella Colossi e il figlio, la donna e il bambino sono rientrati in Italia in treno dalla Spagna. La famiglia ha trascorso 10 giorni in un albergo nel sud del Paese, dal 20 al 30 giugno. Il 1 luglio, in un altro albergo nella stessa località spagnola, è stato registrato solo il passaporto di Antonella, mentre Giacomo Bozzoli, probabilmente a conoscenza della condanna definitiva, ha deciso di continuare la fuga altrove.

I genitori di Antonella Colossi hanno avvertito i carabinieri del ritorno in Italia della figlia e del genero. Sono arrivati intorno alle 14 nella stazione ferroviaria di Chiari, nel Bresciano, e hanno fatto rientro nella loro abitazione. La donna non è sotto indagine, ma sarà interrogata dagli inquirenti nelle prossime ore.

Il documento di Bozzoli è stato registrato in un albergo spagnolo alla fine di giugno, ma è ancora da verificare se sia stato lui effettivamente a depositare la carta d’identità. Gli investigatori stanno considerando l’ipotesi di un possibile depistaggio, soprattutto dopo che la Maserati Levante intestata a Bozzoli è stata registrata tra Manerba del Garda e Desenzano, in provincia di Brescia, il 24 giugno. Chi era alla guida dell’auto è ancora oggetto di indagine.

La sentenza di condanna definitiva della Cassazione è stata emessa il 1° luglio. Secondo la Procura, il nipote Giacomo avrebbe ucciso lo zio gettandolo in un forno della fonderia la sera dell’8 ottobre 2015. Il movente sarebbe stato legato a questioni economiche legate alla fonderia di cui lo zio Mario era comproprietario insieme al padre di Giacomo. La sentenza di secondo grado ha evidenziato l’odio e l’interesse economico di Bozzoli nell’uccidere lo zio, motivazioni che hanno portato alla condanna all’ergastolo.

Quando i carabinieri sono andati a notificare l’ordine di carcerazione a Bozzoli, non lo hanno trovato nella sua villa. Non erano state emesse misure cautelari nei confronti dell’uomo in precedenza, poiché non si era ritenuto un rischio di fuga o di inquinamento delle prove. Bozzoli era sempre stato disponibile e reperibile fino a quel momento.

Staff
  • PublishedJuly 5, 2024