Cinema e Film

Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio

La docuserie Netflix che svela la verità dietro l'omicidio di Yara Gambirasio

Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio

Una nuova docuserie sul caso Yara Gambirasio sta per debuttare su Netflix. Intitolata “Il Caso Yara: Oltre Ogni Ragionevole Dubbio”, la serie è stata sviluppata e diretta da Gianluca Neri, con la sceneggiatura di Carlo G. Gabardini, Gianluca Neri ed Elena Grillone, e prodotta da Quarantadue. La docuserie ripercorre l’indagine sulla scomparsa della ragazza, che ha portato all’arresto di Massimo Bossetti. Durante il lungo processo investigativo e giudiziario, sono emerse verità riguardanti alcuni legami familiari della famiglia Bossetti, mettendo in luce dettagli intricati e spesso controversi sull’indagine. Attraverso testimonianze, ricostruzioni, interviste esclusive (inclusa quella a Bossetti e alla moglie Marita) e materiali inediti, vengono esplorati gli eventi legati al caso, le accuse di depistaggio e i sospetti sui metodi investigativi. La vasta eco mediatica e le pressioni politiche solleveranno interrogativi sul verdetto finale al di là di ogni ragionevole dubbio.

Le tappe principali dell’omicidio di Yara Gambirasio

  • 26 novembre 2010: la scomparsa
    Il caso di Yara Gambirasio ha avuto inizio il 26 novembre 2010, quando è stata segnalata la scomparsa della tredicenne di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo. Dopo l’allenamento di ginnastica ritmica al centro sportivo del suo paese, Yara ha fatto perdere le sue tracce. Verso le 18:30, sia Yara che il segnale del suo cellulare sono spariti, agganciandosi successivamente a diverse località a pochi chilometri da Brembate di Sopra.
  • 5 dicembre 2010: indagato Mohammed Fikri
    Il 5 dicembre, l’operaio marocchino Mohammed Fikri di 22 anni è stato fermato su una nave diretta a Tangeri. L’uomo lavorava nel cantiere edile a Mapello, dove i cani avevano trovato l’ultima traccia di Yara. Fikri è stato indagato per un’intercettazione telefonica che si è rivelata infondata, scagionandolo dalle accuse.
  • 26 febbraio 2011: ritrovato il corpo di Yara
    Il 26 febbraio 2011, il corpo di Yara è stato scoperto da un aeromodellista in un campo di Chignolo d’Isola, a 10 km da Brembate di Sopra, tre mesi dopo la sua scomparsa. Il corpo presentava segni di violenza, tra cui colpi di spranga, trauma cranico, ferita al collo e ferite da taglio. Non sono stati riscontrati segni di violenza sessuale, ma si ipotizza che la morte sia stata causata dall’aggressione.
  • 28 maggio 2011: funerale di Yara nel centro sportivo
    Il funerale di Yara si è tenuto il 28 maggio presso il centro sportivo dove praticava ginnastica ritmica, con la partecipazione di migliaia di persone e la lettura di un messaggio del presidente della Repubblica.
  • 16 giugno 2014: arrestato Massimo Bossetti
    Nel giugno 2014, Massimo Giuseppe Bossetti, muratore di 44 anni, è stato arrestato. Il suo DNA corrispondeva a quello dell’uomo identificato come “ignoto 1” trovato sugli indumenti intimi di Yara nella zona del delitto. Bossetti si è dichiarato innocente, nonostante le prove genetiche e le registrazioni delle telecamere lo abbiano coinvolto.
  • 12 ottobre 2018: condanna di Bossetti all’ergastolo
    Nel 2018, Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio.

Il movente e la dinamica dell’omicidio
Il movente dell’omicidio è stato individuato come “avances a sfondo sessuale”, ma la dinamica precisa dell’accaduto rimane ancora sconosciuta. Non è chiaro se Yara sia salita volontariamente sul furgone di Bossetti o meno.

Roberto Saviano e la pista della criminalità organizzata
Nel libro “ZeroZeroZero” e nella serie TV omonima, Roberto Saviano ha ipotizzato legami tra l’omicidio di Yara Gambirasio e la criminalità organizzata legata al traffico di cocaina. Saviano ha menzionato il coinvolgimento del padre di Yara in un’impresa edile amministrata da Patrizio Locatelli, figlio di un imprenditore legato al narcotraffico con la camorra. Secondo Saviano, il padre di Yara potrebbe essere stato vendicato per aver testimoniato contro la famiglia Locatelli, con l’omicidio della figlia.