Cronaca

Mistero della scomparsa di Mara Favro: indagati datore di lavoro e pizzaiolo

Accuse di omicidio e occultamento di cadavere nel caso di Susa

Mistero della scomparsa di Mara Favro: indagati datore di lavoro e pizzaiolo

Sono stati formalmente iscritti nel registro degli indagati il datore di lavoro e il collega pizzaiolo di Mara Favro, la 51enne scomparsa dallo scorso 8 marzo da Susa, provincia di Torino, dopo aver terminato il turno nella pizzeria di Chiomonte dove lavorava.

Come riporta Davide Petrizzelli su TorinoToday, il prossimo lunedì 8 luglio verrà conferito l’incarico per gli accertamenti irrintracciabili sulla Fiat Punto che il pizzaiolo avrebbe avuto in prestito da un uomo risultato finora completamente estraneo alla vicenda. È stato lo stesso titolare della pizzeria “Don Ciccio” a suggerire ai microfoni di “Chi l’ha visto?” di andare a controllare quell’auto perché vi sarebbero state trovate tracce della donna.

Il mistero del passaggio

Nella notte tra il 7 e l’8 marzo, prima di scomparire, la 51enne sarebbe stata riaccompagnata a casa da lavoro da qualcuno in auto, poiché la sua Panda era guasta in quei giorni. Il titolare della pizzeria ha dichiarato che sarebbe stato il pizzaiolo ad accompagnare Mara Favro a casa, lasciandola davanti a un pub. Poco prima delle tre di notte, Mara sarebbe però tornata indietro in autostop, perché, sempre secondo il titolare, aveva dimenticato le chiavi di casa e un pacchetto di sigarette. Dopo aver recuperato gli oggetti, si sarebbe incamminata sulla statale 24, nuovamente verso Susa, a circa 7 chilometri di distanza dalla pizzeria. “Non potevo accompagnarla io, visto che non posso uscire dopo la mezzanotte”, ha spiegato il titolare del locale, in stato di libertà vigilata.

Il fascicolo, inizialmente privo di ipotesi di reato, è stato modificato dagli inquirenti dopo che il fratello della donna, Fabrizio Favro, ha presentato negli scorsi giorni un esposto alla procura di Torino ipotizzando i reati di omicidio e occultamento di cadavere. Come amici e conoscenti, Favro non ha mai creduto all’ipotesi dell’allontanamento volontario né a quella del suicidio.

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