Il caso di Mario Cattaneo: legittima difesa o omicidio?
La controversa sentenza che divide l'opinione pubblica
La storia di Mario Cattaneo, oste di Casaletto Lodigiano, ha suscitato un forte interesse, passando da una semplice vicenda di cronaca a un tema di dibattito politico. Nel 2017, Cattaneo era stato accusato di aver sparato e ucciso un ladro che stava cercando di entrare nel suo locale. Dopo un lungo processo, è stato assolto in appello, una decisione che ha sorpreso molti. Oggi, finalmente, sono state rese note le motivazioni di questa sentenza.
Secondo i giudici, Cattaneo non ha sparato accidentalmente, ma ha premuto deliberatamente il grilletto del fucile, che era carico e senza sicura, mentre si trovava in piedi e ha colpito il ladro che si trovava a breve distanza, di spalle. Questa conclusione è completamente diversa da quella del primo grado, dove l’oste era stato assolto con la motivazione che il fatto non sussiste. In appello, invece, i magistrati hanno stabilito che il fatto sussiste, ma non costituisce reato.
La riforma della legittima difesa, fortemente voluta da Matteo Salvini nel 2019, ha giocato un ruolo fondamentale in questo caso. La riforma dell’articolo 52 del codice penale amplia i casi in cui la difesa è considerata legittima. In particolare, si afferma che agisce sempre in stato di legittima difesa chi compie un atto per respingere un’aggressione violenta o minacciosa da parte di una o più persone. I giudici hanno ritenuto che Cattaneo si trovasse in questa situazione e che la sua reazione fosse proporzionata alla minaccia subita.
Tuttavia, sono state messe sotto accusa le dichiarazioni della moglie e del figlio di Cattaneo, su cui si basava la sentenza precedente, considerate totalmente inattendibili e prive di valore. I giudici di appello hanno deciso di trasmettere gli atti ai pubblici ministeri per valutare se ci siano elementi per contestare il reato di falsa testimonianza.